.

.

Cappellina Home  

 

UN ANNO CON DON BOSCO

8° Giugno

continuo 5/5

 

190) Che ci ordina il quarto comandamento onora il padre e la madre? 

 

Il quarto comandamento onora il padre e la madre ci  ordina di amare, rispettare e ubbidire i genitori e chiunque ha potestà sopra di noi, cioè i nostri superiori in  autorità.

 

d) Amare - Rispettare - Obbedire i superiori. 

 

148 - Amore ardente. 

 

I giovani dell'Oratorio, vivamente compresi dell'amore che Don Bosco loro portava, cercavano di contraccambiarlo con una ammirabile obbedienza. Bastava un suo cenno per imporre silenzio a 400 e più giovani. Durante le passeggiate non avveniva il minimo disordine, non risse, non il furto di un frutto. Quando Don Bosco passava per Torino, si vedevano, ad ogni passo, sulla porta delle officine, giovani che correvano a lui per salutarlo. Guai a chi avesse osato dir male del loro prete! Se un giovane era invitato al male, bastava il pensiero del disgusto che ne avrebbe provato Don Bosco per tenerlo lontano. Un suo desiderio era per essi un comando. Infatti la loro affezione a Don Bosco andava, saremmo per dire, sino alla follia. (M. B., II, 390). 

 

149 - Non mi vuol più bene. 

 

II chierico Giovanni Francesia, durante il tempo delle passeggiate autunnali, una notte dormiva presso un giovane dei più adulti. Costui fremeva, mordeva le lenzuola, sospirava. — Che cosa hai, gli chiese Francesia. — Don Bosco mi ha guardato. — E con questo? Che cosa c'è di strano o di nuovo che Don Bosco ti abbia guardato? — Mi ha guardato in un certo modo! E continuava a gemere: Francesia l'indomani raccontò il fatto a Don Bosco e poi gli chiese: — Che cosa aveva il tale? — Oh! lo sapeva ben lui, — rispose Don Bosco. Quel giovane non era in pace con Dio. Un giorno Don Bosco aveva detta una parola alquanto severa ad un disobbediente. Il fanciullo si ritirò pensieroso; nella notte fu preso dalla febbre e incominciò a vaneggiare, e il deliquio durò fino all'indomani sera. Il nome di Don Bosco accompagnato da un gemito convulso risuonava sulle sue labbra: « Don Bosco non mi vuol più bene! » Don Bosco dovette andare a visitarlo in infermeria. Alla sua voce a poco a poco si calmò; il Santo lo assicurò che l'affezione sua per lui era sempre la stessa, che badasse a guarire, chè sarebbero sempre stati amici. La gioia produsse allora nel giovane una crisi, e la febbre cessò. Era un po' superbo, ma illibatissimo di costumi e tale si mantenne sempre. (M. B., IV, 560). 

 

150 - Ci rivedremo ancora. 

 

Don Bosco col medesimo amore era ripagato dai suoi diletti figli. Un certo Cassinis faceva parte d'una spedizione Missionaria. Nel giorno della partenza questi per il dolore continuava a piangere. Vistolo Don Bosco, gli domandò il perchè di quelle lacrime. — Sono mesto perchè devo abbandonare Don Bosco e non lo vedrò più. Don Bosco cercò di consolarlo, assicurandolo che si sarebbero visti ancora. — Lei me lo dice per farmi coraggio; in America non verrà lei, ed io non tornerò più in Italia. — Sta' sicuro, ci rivedremo ancora prima di morire, te lo assicura Don Bosco. A questo colloquio era presente Don Rua. Don Cassinis partì rassicurato. La profezia di Don Bosco si avverò dopo 12 anni, nel 1887, quando venne in Italia come compagno di Mons. Cagliero. Giunse a Torino e passate le prime emozioni, Don Bosco gli disse: — Non te l'ho detto io che prima di morire ci saremmo ancora visti? Don Cassinis si rammentò, gli baciò la mano intenerito, e pianse. (M. B., VI, 502-503). 

 

151 - Due cuori d'argento. 

 

Nel 1849, due giovani, accordatisi in segreto, risparmiarono cibo, mance ed altri incerti, così che poterono comperare due cuori d'argento per regalarli a Don Bosco nel giorno di San Giovanni. Alla vigilia, quando i compagni furono a letto, essi andarono a bussare alla porta di Don Bosco che era ancora in piedi. Fu loro aperto: entrarono ed offersero quei doni accompagnati da alcune cordiali parole. Don Bosco fu commosso. Fu quella l'origine della festa della riconoscenza, che si celebra ogni anno nelle case salesiane. (M. B., III, 534-535). 

 

152 - Il cuoco ha ragione. 

 

Don Bosco, dopo lunghe ore passate in confessionale, scendeva stanchissimo in refettorio, per fare un po' di cena. Ma più volte il cibo non era più mangiabile. Una sera il serviente disse al cuoco, che almeno desse un po' più calda la roba destinata per Don Bosco. Ma quegli, ruvido di carattere, disse: — E chi è Don Bosco? È come un altro qualunque della casa! Vi fu chi riferì a Don Bosco quella risposta insolente, ma il buon Servo di Dio osservò con tutta calma: — Il cuoco ha ragione. (M. B., VII, 80). 

 

153 - È tutto di Don Bosco. 

 

A Milano sedevano a mensa Mons. Aneyros, Vescovo di Buenos Aires, Don Bosco e molti amici e ammiratori del Santo. Al momento dei brindisi entrò nella sala l'ex-allievo Gastini famoso per le sue originali trovate. Vestiva da menestrello. Salutati quei signori, declamò e cantò versi suoi in onore di Mons. Aneyros e di Don Bosco, ma con tanta grazia e piacevolezza, che uno dei sacerdoti argentini, il can. Garcia Zuniga, uomo faceto, chiamò a sè il poeta e gli regalò una lira sterlina. Gastini, detto grazie e baciata la mano al donatore, corse difilato verso Don Bosco e con garbo quasi cavalleresco gli mise in mano la moneta, come se quella fosse destinata a lui. Il Canonico, a un atto così gentile e spontaneo, richiamò il menestrello e gli disse: — Se avessi voluto fare un regalo a Don Bosco, gliel'avrei data io stesso. Ma io te l'ho data per te. Ora prendi quest'altra e tienitela. Gastini spiccò un salto e porse anche questa a Don Bosco. Udendo però il Canonico che fra le risa dei presenti gli gridava dietro: «È tua! » cambiò tono e disse con serietà: — Noi siamo tutti di Don Bosco. Qui non c'è niente di nostro, ma tutto è suo! (M. B„ XIII, 146). 

 

154 - L'obbedienza delle api. 

 

La vigilia di Natale del 1876 Don Bosco tenne una conferenzina. Inculcando la puntualità, disse: « Le api osservano anche l'ora della levata. Tante volte al mattino sentite dentro all'alveare un ronzio che vi dice essere le api già deste: ma non escono ancora. Altre volte le vedete in lunga fila, attaccate l'una all'altra, che fanno catena, ma si guardano bene di uscire, prima del cenno della regina. Quando poi la licenza è data, escono tutte in folla per andare al lavoro. Se però una uscisse prima del segnale, la notano, e alla sera, quando ritorna, i giudici la fermano sull'entrata, la prendono, fanno il loro atto di giustizia, poi la morsicano nelle ali e la uccidono. Vedete per una sola disubbidienza!... Vanno a dormire nel medesimo tempo. Solo alla sera non si tiene conto se qualcuna viene più tardi, perchè questo non dipende da loro, ma dalle distanze, o dal non aver trovato subito quel tanto da portare a casa. Impariamo anche noi dalle api la puntualità ». (M. B., VII, 603). 

 

155 - Bottiglia infranta. 

 

Il canonico Giuseppe Sarto, poi Papa Pio X, ricorda un esempio della docilità, con cui i giovani dell'Oratorio a una parola di Don Bosco scattavano, passando immediatamente dal suo dire al fare. — Vuol vedere come obbediscono i miei giovani? gli disse un giorno il Santo. Ne chiamò uno, gli diede una bottiglia. — E ora, gli fece, apri le dita! Le aprì quegli sull'istante e la bottiglia cadde in terra e s'infranse. Rise il Canonico, risero i testimoni; ma il giovane guardava tranquillamente Don Bosco, attendendo un suo cenno. (M. B., XI, 323). 

 

156 - Perdono! 

 

È caduta molta neve all'Oratorio. Artigiani e studenti fabbricano due torri... nevose e incomincia la lotta. Di notte gli studenti abbattono, di nascosto, la torre degli artigiani, i quali al mattino la rifabbricano, e, armati di bastoni vanno all'assalto della torre degli studenti. Le palle di neve volano da tutte le parti; gli animi si sono accesi ed è necessario l'intervento di alcuni sacerdoti e coadiutori per far deporre le armi! Ci fu un po' di riluttanza nell'obbedienza. A Don Bosco questo atto dispiacque non poco, ma a un gruppo di studenti e artigiani, corsi alla sera da Don Bosco per chiedere perdono, riconoscendo di aver giocato con animosità, ma soprattutto riconoscendo di non aver prontamente obbedito ai sacerdoti e coadiutori che ordinavano di cessare dalla lotta, egli perdonò di cuore, dicendo: « Dal momento che han chiesto perdono, basta. Sì, perdono! ». (M. B., VII, 51-52). 

 

157 - Obbedienza del B. Domenico Savio. 

 

« Fin dalla più tenera età, affermano i suoi genitori, nella quale per mancanza di riflessione i fanciulli sono un disturbo e cruccio continuo per le madri; età in cui tutto vogliono vedere, toccare e per lo più guastare, il nostro Domenico non ci diede mai il minimo dispiacere. Non solo era ubbidiente, pronto a qualsiasi nostro comando, ma si studiava di prevenire le cose, che egli scorgeva tornare a noi di gradimento ». Erano poi curiose e nel tempo stesso piacevoli le accoglienze che faceva al padre quando lo vedeva giungere a casa, dopo i suoi ordinari lavori. Correva ad incontrarlo e presolo per mano e talora saltandogli al collo: Caro papà, gli diceva, quanto siete stanco! non è vero? voi lavorate tanto per me ed io non sono buono ad altro che a darvi fastidio; io pregherò il buon Dio che doni a voi la sanità, e che mi faccia buono. Così dicendo lo accompagnava in casa, gli presentava la sedia o lo scanno perchè vi si sedesse; gli teneva compagnia e gli faceva mille carezze. Questo, dice il padre, era per me un dolce conforto nelle mie fatiche, ed io ero come impaziente di giungere a casa per imprimere un tenero bacio al mio Domenico, che possedeva tutti gli affetti del mio cuore. (Bosco, Vita di Domenico Savio). 

 

FRASE BIBLICA. - Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra.

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO. - Un superiore deve essere padre, medico, giudice, ma pronto a sopportare e a dimenticare. 

 

PREGHIERA DEL MESE. - Venite, Spirito di scienza, regolate in me il desiderio di sapere, affinchè io mai non brami di conoscere cosa, che mi sia dannosa. Concedetemi di conoscere interamente il nulla dei beni terreni; fate che io impari a praticare sempre meglio i doveri di religione, e del mio stato. Insegnatemi ancora come adempirli nel modo a Voi piú gradito. Così sia. Pater noster... 

 

FIORETTO: — Ripetiamo lungo il giorno; O Divin Cuore, mi consacro tutto a voi.

 

 

Oggi hai fatto il fioretto? scrivi il tuo nome e offri una rosa a Gesù e Maria SS. CLICCA QUI

 

 

il Chiostro: indice meditazioni