UN ANNO
CON DON BOSCO
16° Luglio

210)
Cosa ci ordina il nono comandamento?
Il nono comandamento ci ordina la perfetta purezza dell'anima e il massimo rispetto, anche nell'intimo del cuore, per il santuario della famiglia.
269 - Il bacio alla Madonna.
Una volta, al termine di un gran pranzo a Parigi nel 1883, una ragazzetta entrò nella sala per ricevere e dare un bacio a ogni invitato, domandando loro se avessero mangiato con buon appetito. Era figlia del padrone di casa. Nacque una certa curiosità di vedere come si
sarebbe regolato Don Bosco. Egli, quando la fanciulla si presentò, trasse fuori una medaglia di Maria Ausiliatrice e: « Baciala, le disse, mettila al collo e ama molto la Madonna ». Quel gesto produsse un senso
generale di profonda ammirazione. (M. B., XVI, 122).
270 - Il pregio della purità.
« Per purità s'intende un odio, un aborrimento a tutto ciò che è contro il
VI° precetto, sicché qualunque persona, ciascuna nel suo
stato, può conservare la virtù della purità. Questa purità è tanto grata a Dio, che in ogni tempo premiò coi suoi stupendi prodigi coloro che la conservarono e punì coi più severi castighi coloro che si diedero al
vizio opposto. La virtù della purità è tanto bella, tanto grata al cospetto di Dio
che in tutti i tempi, in tutte le circostanze non lasciò mai senza protezione coloro che la possedevano. O anime fortunate, che non avete ancora perduta la bella virtù della purità,
deh! raddoppiate i vostri sforzi per conservarla! Custodite i sensi, andate sovente alla Comunione, obbedite, pregate. Voi possedete un tesoro così bello, così grande, che perfino
gli angeli ve lo invidiano. Voi siete, come dice il nostro Redentore Gesù Cristo, voi siete
simili agli angeli. Erunt sicut angeli in Coelo. E voi che per vostra disgrazia l'avete già perduta, non scoraggiatevi. Le
giaculatorie, le frequenti e buone confessioni, la fuga dell'ozio, le visite a Gesù Sacramentato vi aiuteranno a
recuperarla. Fate ogni vostro sforzo: non temete: la vittoria sarà vostra perchè la grazia di Dio non
mancherà mai ». (M. B., VI, 62 sgg.).
271 - Ti meriteresti uno schiaffo!
Don Bosco un giorno vide un giovanetto che nel cortile aveva intrecciato il suo braccio con
quello di un assistente il quale lasciò fare. Egli attese che quel chierico fosse solo e chiamatolo a
sè: — Oggi, gli disse, ebbi una forte tentazione di darti due schiaffi in
pubblico! Hai capito? — Sissignore! — E ciò mi basta: e tu, sta' attento. Su questo punto Don Bosco era
delicatissimo. (M. B., VI, 71).
272 - Fuoco e paglia.
Il 5 luglio 1867 Don Bosco dopo le orazioni disse tra l'altro: « Una cosa poi di cui debbo avvertire, e della quale ho già avvisato alcuni
giovani e i medesimi parenti, è la seguente: quando vi vengono a trovare donne, sian pure cugine, insomma persone di diverso sesso, guardate di trattenervi con esse meno che potete. Non usate sgarbatezze, ma con belle maniere dite loro che Don Bosco vi ha dato una commissione e con questo pretesto
allontanatevi. Intrattenervi con esse è tempo perduto. Qui è il posto dei giovani, dei ragazzi e non delle donne e delle
ragazze e poi siamo tutti di carne e ossa. Mettete il fuoco vicino alla
paglia e poi vedrete. Il demonio è furbo: toglie il nome di sorella, fa
astrazione dall'essere parente e resta la persona di altro sesso. Egli è un
filosofo che sa far bene le astrazioni ». (M. B., VIII, 873).
273 - Penitenze di Besucco.
Parlare di penitenza ai giovanetti generalmente è recar loro spavento. Ma quando l'amor di Dio prende possesso di un cuore,
nessuna cosa del mondo, nessun patimento lo affligge, anzi ogni pena della vita gli riesce di consolazione. Dai teneri cuori nasce già il nobile pensiero che si soffre per un grande oggetto, e che ai patimenti della vita è riservata una gloriosa ricompensa nella beata eternità. Ognuno ha già potuto vedere quanto fosse grande il desiderio di patire del nostro
Besucco, siccome dimostrò fin dalla sua prima età. Qui
nell'Oratorio raddoppiò il suo ardore. Si presentò un giorno al suo superiore e gli disse queste parole: — Io sono molto angustiato, il Signore dice nel Vangelo, che non si può andare in Paradiso se non
con l'innocenza o con la penitenza. Con l'innocenza io non posso più andare, perchè l'ho perduta; dunque
bisogna, ch'io ci vada con la penitenza. Il superiore rispose che considerasse come penitenza la
diligenza nello studio, l'attenzione nella scuola, l'ubbidire ai superiori, il
sopportare gli incomodi della vita quali sono caldo, freddo, vento, fame, sete. — Ma, ripigliò l'altro, queste cose si soffrono per necessità. — Appunto quello che si soffre per necessità, se tu aggiungi di
soffrire per amor di Dio, diventerà vera penitenza, piacerà al Signore, e sarà di merito
all'anima tua. Egli per allora si acquietò, ma domandava sempre di voler digiunare, di lasciare o tutta o in parte la colazione del mattino, di potersi mettere degli oggetti che
gli recassero dolore o sotto gli abiti o nel letto, le quali cose gli furono sempre negate.
Alla vigilia di tutti i Santi domandò come speciale favore di poter digiunare a pane ed acqua, il quale digiuno
gli fu cambiato nella sola astinenza dalla colazione. Il che gli tornò di molto piacere,
perchè, diceva, così potrò almeno in qualche cosa imitare i Santi del Paradiso, che battendo la via dei patimenti giunsero a salvare le anime loro. Non occorre parlare della custodia dei sensi esterni e specialmente degli occhi. Chi l'ha osservato per molto tempo
nella compostezza della persona, nel contegno coi compagni, nella modestia in casa e fuori di casa non esita di asserire che egli si possa proporre qual compiuto modello di mortificazione e di esemplarità esterna
alla gioventù. Essendogli proibito di far penitenza corporale ottenne di poterne fare di altro genere, cioè esercitare i lavori più umili nella casa. Il fare commissioni ai compagni, portare loro acqua, nettare le scarpe, servire anche a tavola quando gli era permesso, scopare in refettorio, nel
dormitorio, trasportare la spazzatura, portare fagotti, bauli purché lo
potesse, erano cose, che egli faceva con gioia e con la massima sua
soddisfazione. Esempi degni di essere imitati da certi giovanetti, che per
trovarsi fuori di casa hanno talvolta rossore di fare una commissione o di prestar servizio in cose compatibili col loro stato. Anzi talvolta ci sono giovanetti, che hanno fino vergogna di accompagnarsi coi propri
genitori per l'umile loro foggia di vestire. Quasi che il trovarsi fuori di casa cambi la loro condizione, facendo dimenticare i doveri di pietà, di
rispetto e di ubbidienza verso i genitori e di carità verso tutti. Ma queste piccole mortificazioni contentarono soltanto per poco tempo il nostro
Besucco. Egli desiderava di mortificarsi di più.
Fu udito qualche volta lagnarsi dicendo, che a casa sua faceva maggiori
penitenze e che la sua sanità non ne aveva mai sofferto. Il superiore rispondeva sempre che la vera penitenza non consiste nel fare quello che piace a noi, ma nel far quello che piace al Signore, e che serve a promuovere la sua gloria. Sii ubbidiente, aggiungeva il superiore, e diligente nei tuoi doveri, usa molta bontà e carità verso i compagni, sopporta i loro
difetti, da' loro buoni avvisi e consigli e farai cosa che al Signore piacerà più d'ogni altro
sacrificio. Prendendo egli letteralmente ciò che gli si era detto di sopportare con pazienza il freddo delle stagioni, egli lasciò inoltrare la stagione
invernale senza vestirsi come conveniva. Un giorno lo vidi tutto pallido nella faccia, e chiedendogli se era male in salute: No, disse, sto
benissimo. Intanto prendendolo per mano mi accorsi che aveva una sola
giubbetta da estate, mentre eravamo già alla novena del SS. Natale. — Non hai abiti da inverno? gli dissi. — Sì che li ho, ma in camera. — Perchè non te li metti? — Eh...
per il motivo ch'ella sa: sopportare il freddo nell'inverno per amor del Signore. — Va' immediatamente a metterli: fa' in modo di essere ben
riparato dalle intemperie della stagione, e qualora ti mancasse qualche cosa fanne
domanda, e sarai senza altro provveduto. (Bosco, Vita di Francesco
Besucco).
FRASE BIBLICA.
- Il Signore dal cielo ha guardato la terra.
UNA MASSIMA DI DON BOSCO.
- La virtù della purità è tanto bella, tanto grata al cospetto di Dio che in tutti i tempi, in tutte le circostanze non lasciò mai senza protezione coloro che la possedevano.
FIORETTO: — Fa una visita a Maria. Pregala di risparmiarti le pene terribili del Purgatorio.