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UN ANNO CON DON BOSCO

19° Luglio

continuo 2/2

 

212) Cosa ci ordina il decimo comandamento? 

 

Il decimo comandamento ci ordina di essere giusti e moderati nel desiderio di migliorare la propria condizione, e di soffrire con pazienza le strettezze e le altre miserie permesse dal Signore a nostro merito, poiché « al regno di Dio dobbiamo arrivare per via di molte tribolazioni ». 

 

c) Al regno di Dio dobbiamo arrivare per via di molte tribolazioni. 

 

281 - Lavoriamo! 

 

Don Bosco, invitato a prendersi un po' di riposo nelle sue incessanti fatiche e occupazioni, soleva rispondere: « Ciò che si può fare quest'oggi, non rimandarlo a domani! ». Dava pure quest'altro consiglio: « Bisogna operare come se non si dovesse morire mai, e vivere come se si dovesse morire ogni giorno. ». « Trovando noi stanchi e affaticati, scrisse Mons. Cagliero: Coraggio, ci diceva, lavoriamo, lavoriamo sempre, perchè lassù avremo un riposo eterno. E quando avverrà che un Salesiano cessi di vivere lavorando per le anime, allora direte che la Congregazione ha riportato un grande trionfo, e sopra di essa discenderanno copiose le benedizioni del cielo ». — I suoi figli lavorano troppo, diceva un benefattore a Don Bosco. — Siamo qui per lavorare, sa!, rispondeva il Santo. — Sta bene, ma la corda troppo tesa si rompe! Essi avrebbero bisogno di quando in quando di un po' di riposo. — Sì, riposeranno in Paradiso. — Ma intanto per il troppo lavoro essi perdono la sanità. — Non è una perdita, ma un guadagno. — Ma non vede che si accorceranno taluni la vita e moriranno giovani? — Avranno più presto il premio. Fortunato colui che muore per così bella ragione! Don Bosco con queste parole dipingeva con verità l'animo generoso dei suoi valenti coadiutori, ai quali ricordava sovente le parole di San Paolo: « Non è Dio ingiusto onde si dimentichi dell'opera vostra e della vostra carità. Ognuno riceverà la sua mercede a proporzione della sua fatica ». (M. B., VII, 484-485). 

 

282 - Guardiano di bestie. 

 

Per le continue opposizioni del fratellastro Antonio, Mamma Margherita decise di mandare Giovannino presso persone conoscenti come servitore. Nel febbraio del 1828 Giovannino Bosco si allontanò dalla casa materna, con un piccolo involto contenente un po' di biancheria e qualche libro di religione. Si presentò successivamente da due famiglie di conoscenti, ma non fu accolto. Andò poi alla cascina Moglia, si presentò al padrone, ed espose la sua condizione, pregandolo di essere ricevuto come vaccaro. Era d'inverno e perciò il Moglia non abbisognava di un tale servizio. Giovanni Bosco, avuto il diniego, si mise a piangere dirottamente. La signora Dorotea Moglia, che aveva assistito a quella scena, commossa, persuase il marito a tenere in casa per un po' di tempo quel giovane. Una sorella del padrone propose che a Giovanni venisse affidato l'incarico di badare alle mucche e alla stalla e così essa si sarebbe trovata libera per aiutare nei lavori di campagna. Si accettò la proposta, e Giovanni Bosco tosto prese possesso della sua nuova occupazione in qualità di garzone di stalla. (M. B., I, 191-193) 

 

FRASE BIBLICA. - Tu sei buono, Signore, e perdoni. 

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO. - Tutti dobbiamo portare la nostra croce come Gesù, e la nostra Croce sono le sofferenze che tutti incontriamo nella vita.

 

PREGHIERA DEL MESE. - Venite, Spirito di pietà, infondete nel mio cuore la vera devozione e il santo amor di Dio, affinchè Lui solo io cerchi in tutte le mie pratiche di pietà, e amandoLo lo conservi. Così sia. Pater noster... 

 

FIORETTO: — Esercita con dolcezza la carità in ogni tua azione; tre Pater al Santo per ottenere la carità.

 

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