UN ANNO
CON DON BOSCO
13° Agosto

CARITÀ
240) Che cos'è la carità?
La carità è quella virtù soprannaturale per cui amiamo Dio per se stesso sopra ogni cosa, e il prossimo come
noi medesimi per amor di Dio.
(...)
352 - Sino allo sfinimento.
Nel 1846 Don Bosco radunava i suoi giovani (erano già quattrocento) nel prato Filippi. Al mattino confessava i giovani che gli si
presentavano; quindi li conduceva alla Messa, predicava, ed alla fine
lì licenziava. Al dopopranzo, giocato che avessero alquanto in mezzo
al prato, li radunava per il catechismo e per la predica, in mezzo al
prato stesso, sotto il cielo sereno. Cantata alla fine qualche lode, si
riprendevano i giochi fino alla sera. Talvolta il povero uomo, benché
sempre lieto nel Signore, si trovava così affranto dalla fatica da non
potersi più reggere in piedi, ed era necessario sostenerlo e quasi portarlo sulle braccia. (M. B.,
II, 376).
353 - Soggiorno pagato.
Nel 1865 a Firenze, come dappertutto, Don Bosco si era talmente
guadagnato i cuori, che allorquando annunziò la sua partenza fu un'esclamazione generale:
— Partir così presto! — Debbo andare a Torino, rispondeva Don Bosco, mi chiamano
là le necessità dell'Oratorio.
Mentre egli usciva dal Duomo, si incontrò con la Marchesa Gerini,
la quale senz'altro gli domandò: — Perchè vuol ritornare così presto a Torino? Non potrebbe fermarsi ancora qualche giorno con noi?
— I miei giovani mi aspettano.
Alle varie insistenze perchè si fermasse, rispose: — Per parte mia mi fermerei. Se essi volessero provvedere di
pane i miei giovani io starò qui fino alla fine della settimana. — E qual somma ci vorrà per i suoi giovani in questi pochi giorni?
— Dieci mila lire. — Ebbene: io le darò le dieci mila lire.
E Don Bosco a questo patto si ferma! — E vuole che gliele porti qui subito? Ora non le ho con me. Se
si contenta, le manderò la somma stasera in Arcivescovado. — E sia così. Il Signore la benedica.
La nobile signora fu per Don Bosco la mano della Divina Provvidenza. Alla sera gli fu recato il danaro e Don Bosco si fermò.
(M. B., VIII, 260-261).
354 - Un'algebra... curiosa.
Sovente Don Bosco diceva ad un giovane della classe di Filosofia: — Conosci qualche cosa degli elementi dell'algebra?
— Sissignore. — Dunque spiegami la formula: A + B — C. Che cosa significa?
Il giovane pensava, diceva quella idea che prima si affacciava
alla sua mente, ma non capiva. — Or dunque, attento: lo dirò io ciò che tu non sai. A vuol dire
allegro: B vuol dire buono: C indica cattivo, cioè: Sii allegro, più buono
e mai cattivo, ovvero meno cattivo, se ti piace la frase, e sarai amico di
Don Bosco. (M. B., VI, 409).
355 Distacco commovente.
L'amore con cui era amato Don Bosco è palesato da questa commovente scena della partenza dei primi Missionari. Siamo a
Sampierdarena. I Missionari non sanno staccarsi da Don Bosco. Egli, profondamente commosso, li incoraggia, ricordando lo scopo di quel
viaggio, la gloria di Dio, tante anime da salvare, tanti infedeli da
convertire.
« Voi fortunati che getterete il primo seme evangelico in quelle
lande! Quanti frutti arrecherete alla Chiesa e alla nostra Società! Lavorate indefessamente; e il vostro lavoro coopererà al trionfo della
nostra santa Religione e della Chiesa, e avrà larghissima retribuzione
da Dio. Egli per mezzo mio vi assicura una messe innumerabile; siatene certi. Non badate a fatiche, a privazioni, a disprezzi del
mondo ».
I Missionari e i presenti si inginocchiarono; Don Bosco li benedisse
con voce ferma e li abbracciò e scese dal piroscafo. Quando i Missionari
furono nella barca, gli occhi di questi e quelli di Don Bosco si fissavano
a vicenda, e si davano l'ultimo addio. Don Bosco era tutto rosso per
lo sforzo fatto per contenere la commozione. (M. B., XI, 392-393).
356 - Aiuta il garzone.
A Don Bosco non cadeva sott'occhio una miseria, senza che egli,
per quanto poteva, non cercasse di provvedere. Un giorno era con
Don Rua e Don Dalmazzo in una delle principali vie di Torino. Ed ecco
un garzone muratore che trascinava un carretto sovraccarico, a cui si
sentiva impotente e lo dimostrava piangendo. Don Bosco senza dir
nulla ai suoi compagni, li lascia, e con stupore lo vedono spingere
avanti quel carretto per un tratto abbastanza lungo. (M. B., IV, 416).
357 Date et dabitur vobis.
A tutti Don Bosco cercava di fare del bene. Era nel suo programma. Una sera, trovandosi con Don Berto in una via di
Roma poco
frequentata (era a Roma per l'approvazione delle Regole della Società Salesiana: 1874), venne avvicinato da un poverello che gli
domandò un'elemosina. Non avendo nulla in tasca, chiese qualche cosa
a Don Berto; anche questi non aveva nulla. « Pazienza! ». Continuando
la strada, Don Berto gli fece osservare che era così grande il numero
dei poveri che chiedevano l'elemosina, che se avesse voluto dar qualche
soldo a tutti, gli sarebbe occorsa una bella somma. E Don Bosco: « Non
sai che sta scritto: Date et dabitur vobis? ». Avrebbe voluto soccorrere
i poveri di tutto il mondo. (M. B., V, 788).
FRASE BIBLICA.
— Proclameremo le tue opere, Signore.
UNA MASSIMA DI DON BOSCO:
— La carità e la pazienza ti accompagnino nel comandare, nel correggere.
PREGHIERA
DEL MESE. — Venite, Spirito del timor di Dio, e penetrate il mio cuore di un timore salutare affinchè io abbia sempre Voi, mio Dio, innanzi agli occhi e attentamente mi guardi da ogni cosa, che in qualsiasi modo possa offendere la divina Maestà vostra. Così sia. Pater
noster...
FIORETTO: — Fa qualche penitenza per i tuoi peccati; recita le sette allegrezze della
Madonna.