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UN ANNO CON DON BOSCO

15° Settembre

continuo 5/5

 

262) Quali sono le virtù opposte ai vizi capitali? 

 

Le virtù opposte ai vizi capitali sono: l'umiltà, la  liberalità, la castità, la pazienza, la sobrietà, la fraternità e la diligenza nel servizio di Dio. 

 

f) Fraternità. 

 

604 - Vera amicizia. 

 

A Chieri quando Giovanni Bosco era studente, lungo la settimana  la Società dell' allegria si raccoglieva in casa di uno dei soci per parlare  di religione. « Ci trattenevamo alquanto — così Don Bosco — in amena  ricreazione, in pie conferenze, letture religiose, in preghiere, nel darci  buoni consigli, nel notarci a vicenda quei difetti personali, che ciascuno  avesse osservato o dei quali avesse da altri udito parlare. Oltre a questi  amichevoli trattenimenti andavamo ad ascoltare le prediche, spesso a  confessarci e a fare la Santa Comunione ». (M. B., I, 262-263). 

 

605 - La gratitudine di Don Bosco. 

 

Durante una malattia di Don Bosco, Don Berto, suo segretario, gli  prestava ogni cura.  — Don Berto, gli disse un giorno Don Bosco, che cosa potrò fare  io per darti piacere, in cambio di quello che hai fatto per me e per tutte  le attenzioni che usi al povero Don Bosco?  — Sono già abbastanza pagato, rispose Don Berto, per il gusto  che provo a servirla in tutto ciò che posso, dolente che non mi senta di  fare assai di più, come lei meriterebbe e io vorrei!  — Ebbene, ripigliava, sappi che Don Bosco ti guarda come la pupilla dell'occhio suo. E andando in Paradiso, come spero, se il Signore  lascerà a mia disposizione un posticino vicino a me, questo sarà riservato per te. (M. B., XIV, 468-469). 

 

g) Diligenza nel servizio di Dio. 

 

606 - E dove hai pranzato? 

 

Don Bosco non poche volte ignorava anche se avesse già pranzato.  Talora al mattino usciva per la città e rientrate verso le due pomeridiane, si poneva al tavolino. Verso le quattro, non reggendo più all'occupazione di mente, intorbidandosi la sua vista e venendogli meno le forze, passeggiava per svagarsi. Non potendo però più reggersi in piedi,  chiamava la madre.  — Di che cosa hai bisogno?, gli diceva Margherita affacciandosi  alla porta.  — Mi sento debole; mi gira il capo; mi sento un po' male.  — E dove hai pranzato quest'oggi?  — Curiosa domanda! In casa! Vi siete dimenticata?  —• Oh! in casa? No sicuramente; te ne faccio fede io.  — Dunque?  — Dunque non hai pranzato.  — Allora capisco perchè son tanto debole.  E Mamma Margherita, ridendo, andava a mettere la pentola sul  fuoco. (M. B., IV, 200-201). 

 

607 - Guarigione condizionata. 

 

Una sera del 1883 Don Bosco a Parigi venne chiamato a benedire  un giovanetto infermo che aveva da 12 a 13 anni. Egli rispose che sarebbe andato a benedirlo, ma a condizione che l'indomani l'infermo gli  venisse a servire la Santa Messa. I parenti, un po' increduli a tanta promessa, gli diedero la parola. Don Bosco si recò a visitare il piccolo infermo, e gli disse:  — Ti benedico se domani verrai a servirmi la Messa nella tal chiesa.  Se dunque tu mi prometti questo, io ti benedico. Abbi fede: la Madonna  ti potrà certamente dare la forza di venire.  — Ebbene: glielo prometto.  Don Bosco lo benedisse e la mattina appresso, quand'egli arrivò  alla chiesa indicata, il fanciullo già lo stava aspettando perfettamente  ristabilito. (M. B., XVI, 224-225). 

 

608 - Il tempo è tesoro. 

 

Don Bosco aborriva dall'ozio ed insegnava con l'esempio che le nostre giornate si devono impiegare per il Signore. Sulla porta della sua  camera aveva fatto scrivere: « Ogni minuto di tempo è un tesoro ». Ed  egli non fu mai visto perdere un istante, sia che fosse in casa, sia che  fosse fuori. Uscendo quasi ogni giorno per visitare infermi o per cercare  elemosine, approfittava di quel tempo per condurre con sè preti, chierici o laici della casa e dar loro udienza. Se qualche volta andava solo,  come avveniva nei viaggi, leggeva lettere, correggeva con la matita bozze di stampa, continuava a comporre qualche libro, oppure pregava.  Lo stesso metodo teneva nelle passeggiate autunnali, accompagnando  i giovani. (M. B., VI, 742-743). 

 

609 - Il riposo del prete. 

 

A Genova Don Bosco ricevette la visita del canonico Ampugnani.  Dopo aver discorso della fondazione del collegio di Alassio, il Santo,  cambiando discorso, gli domandò:  — Ed ora che cosa fa?  — Io? nulla! mi riposo!  — Come? si riposa? lei che è sano? che è ancor giovane?  — Ho lavorato molto in America ed ora mi riposo.  — E non sa che il riposo del prete è il Paradiso? e che renderemo  a Dio strettissimo conto del non aver lavorato e del tempo perduto?  Il canonico rimase così colpito da quelle parole che non sapeva da  qual parte voltarsi per uscire; e il giorno dopo tornava all'Ospizio per dire  a Don Albera che lo facesse suonare, far scuola di musica, predicare:  « Perchè, esclamava, Don Bosco mi ha detto delle parole terribili ».  (M. B., X, 367). 

 

FRASE BIBLICA. - Signore, tu mi scruti e mi conosci. 

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO. - Siate uomini e non frasche: esto vir! Fronte alta, passo franco nel servizio di Dio, in famiglia e fuori, in chiesa e in piazza. 

 

PREGHIERA DEL MESE. — Signor, la libertà tutta vi dono; Ecco le mie potenze, il voler mio; Tutto vi do, che tutto è vostro, o Dio, E nel vostro voler io mi abbandono. Per gradirvi ed amarvi, o mio Signore, Grazia datemi solo e vivo amore. Oh Dio! se voi mi amate, e se io vi amo. Già son ricco abbastanza e più non bramo. (Don Bosco, chiave del paradiso)

 

FIORETTO: — Soffri oggi senza lamenti, recita i sette Dolori di Maria.

 

 

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