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UN ANNO CON DON BOSCO

21° Ottobre

continuo 4/ 4

 

f) Il dono della Pietà. 

 

È la convinzione della nostra filiazione divina, un amore grande  verso Dio nostro Padre e un servigio filiale per lui. 

 

42. Vita di pietà. 

 

Ricordi che Don Bosco diede per i giovani che desiderano passar  bene le vacanze dopo di aver loro parlato con vero trasporto della  bontà di Dio, dell'amore che gli dobbiamo e del dovere in servirlo in ogni tempo: Fuggi i cattivi libri, i cattivi compagni, i cattivi  discorsi. L'ozio è il più grande nemico che devi combattere. Senza  il timor di Dio la scienza diventa stoltezza.  Con la maggior frequenza: Accòstati ai Santi Sacramenti della Confessione e Comunione.  Ogni domenica: Ascolta la parola di Dio ed assisti alle altre sacre  funzioni.  Ogni giorno: Ascolta, e se puoi, servi la Santa Messa e fa' un po'  di lettura spirituale.  Mattino e sera: Recita devotamente le tue preghiere.  Ogni mattina: Fa' una breve meditazione su qualche verità della  Fede». (M. B. VII, 673). 

 

43. Lavoro e preghiera. 

 

Don Bosco, una sera sul crepuscolo, ritornava per il viale che dal Po  conduce a Porta Palazzo (oggi Corso Regina Margherita) quando vide,  poco avanti a sè, un giovane dell'Oratorio che portava una lunga e  pesante stanga di legno, e sotto quel peso pareva che gemesse più che  parlasse. Don Bosco gli si avvicinò:  — Giuseppe — gli disse — mi sembri molto stanco!  — Non molto: sono stato a fare una commissione per il padrone.  — Mi pareva che tu parlassi: con chi l'avevi?  — Eh! veda: questa mattina non ho potuto andare a Messa e  perciò non ho detto il rosario: lo vado recitando ora...  (.M. B. IV, 475-476). 

 

g) Il dono del Timor di Dio. 

 

È il rispetto filiale di Dio che ci allontana dal peccato perchè dispiace a Lui, e ci fa confidare nel suo potente aiuto. 

 

44. « Initium sapientiae ».

 

La sera del 24 novembre 1864 Don Bosco suggerì ai suoi giovani  un mezzo per studiare bene: il timor di Dio. « Initium sapientiae timor  Domini — disse. — Volete divenir dotti veramente e fare grande profitto nelle scuole? Temete il Signore, guardatevi bene dall'offenderlo,  perchè in malevolam animam non introibit sapientia nec habitabit in  corpore subdito peccatis. Un solo peccato mortale fa un'ingiuria così  grande a Dio, che tutti gli angeli e gli uomini insieme non potrebbero  riparare. E Dio dovrà aiutare negli studi coloro che gli fanno un insulto  così grave? Uomini veramente dotti non furono mai coloro che offendono il Signore. Guardate per esempio San Tommaso, San Francesco  di Sales, e tanti altri... L'esperienza insegna continuamente che coloro i quali approfittano dello studio sono coloro che stanno lontani  dal peccato». {M. B. VII, 817). 

 

45. La vera ricchezza. 

 

Il 24 aprile 1883, a Parigi, Don Bosco parlando in una chiesa  ad una numerosa assemblea, dimostrò con grande semplicità a quella  gente ricca come vera ricchezza ve ne sia una sola: il timore di Dio.  Un bell'episodio gli offerse quest'edificante esempio. Un giovane di  doviziosa famiglia era stato condotto a Roma dal padre per presentarlo al Pontefice Pio IX. Giunto al cospetto del Vicario di Gesù Cristo,  il buon genitore domandò una speciale benedizione per il suo Luigi,  affinchè Dio lo conservasse all'affetto dei suoi. Il Santo Padre posò  un istante sul giovanetto il suo sguardo così dolce e paterno, e poi,  raccolto in se stesso e alzati gli occhi al cielo, gli disse:  — Luigi, sii sempre un buon cristiano. — Indi, posandogli la  mano sopra la spalla: — Luigi — proseguì con accento grave e spiccato — sii ricco...  — Beatissimo Padre, — l'interruppe il genitore — noi non domandiamo beni di fortuna. Dio ce ne ha dati...  Ma il Papa, senza scomporsi, ripigliò e terminò la frase incominciata:  — Luigi, sii ricco delle vere ricchezze, possiedi sempre il timor  di Dio.  I presenti non indovinarono certo chi fosse quel padre e quel  figlio, nei quali noi ravvisiamo il Conte Colle e il suo diletto Luigi,  un giovanetto davvero ricco di virtù, del quale D. Bosco scrisse una  preziosa biografia. (M. B. XVI, 125). 

 

46. Schiaffi liberatori. 

 

Narra Don Gioachino Berto: « Mi ricordo che nei tre anni del mio  ginnasio, dal 1862 al 1865, Don Bosco dopo pranzo e dopo cena si trovava sempre circondato da giovani studenti che passavano con lui  tutta la ricreazione. Di tratto in tratto egli fissava in volto qualche  giovane che sembrava distratto e poi gli dava un forte schiaffo. A  quest'atto improvviso quel giovane rimaneva come smemorato, ma  Don Bosco ridendo gli prendeva il capo tra le sue mani e gli diceva  in un orecchio: « Sta' tranquillo: non ho battuto te, ma il demonio ».  Il Santo leggeva nei cuori. (M. B. VII, 554). 

 

FRASE BIBLICA. - Attingerete acqua con gioia alle sorgenti della salvezza.

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO. - Il timor di Dio e la frequenza dei santi sacramenti: ecco ciò che fa fare miracoli alla gioventù.

 

PREGHIERA DEL MESE. - Santissima Vergine, Madre di Dio Maria, io (nome), quantunque peccatore indegnissimo, prostrato ai vostri piedi, alla presenza dell'onnipotente Iddio e di tutta la Corte celeste, vi presento e vi offro questo mio cuore con tutti gli affetti suoi: a voi lo consacro, e voglio che sia sempre vostro e del vostro caro Gesù. Accettate, o benignissima Madre, da questo vostro povero servo la devota offerta unita al cuore di tutti i santi, e fate che da questo punto io incominci, e segua a vivere in avvenire unitamente a Voi, al vostro santissimo Figliuolo e mio Dio. Col suo divino aiuto e con la vostra amorosa assistenza spero di farlo, e dal canto mio lo prometto. Fra i vostri due cuori Gesù e Maria, mettete il mio povero cuore, perchè s'infiammi tutto del vostro amore purissimo, onde vivendo del vostro bel fuoco in terra, arda poi di eterno amore per Voi lassù nel cielo, in compagnia degli angeli e dei santi. 

 

FIORETTO: — China qualche volta il capo, dicendo: Ricordati che sei polvere.

 

 

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