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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

4° Marzo

SULLA GIOIA NEL SACRIFICIO 

 

Allora andò dai suoi discepoli e disse loro: Su via dormite e riposatevi; ecco è vicina l'ora, e il Figliolo dell'uomo sarà dato, nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo, ecco che si avvicina colui che mi tradirà (S. Matteo, XXVI, 45). 

 

1° Preludio. Gesù si alza e si avanza generosamente verso il traditore: quale esempio di coraggio nel sacrificio! 

 

2° Preludio. La vostra Provvidenza, o mio buon Maestro, non mi domanderà mai sacrifici superiori alle forze; fate che accetti generosamente quelli che voi m'imponete. 

 

1° PUNTO: Nostro Signore andava con gioia al Calvario per la gloria del Padre e la salute delle nostre anime. — Nostro Signore ha voluto passare attraverso i timori e le tribolazioni dell'agonia, per soffrire tutto quanto noi soffriamo e per insegnarci la rassegnazione e l'abbandono nelle difficoltà, di cui la vita è disseminata. Ha voluto anche soffrire in tutte le facoltà, affine di espiare le colpe commesse mediante tutte le potenze, della nostra anima e del nostro corpo. In mezzo a questi dolori estremi, egli esprime rassegnazione alla volontà dell'Eterno Padre, ma subito ritorna alla disposizione abituale di gioia nel sacrificio: Alzatevi e andiamo, disse ai suoi apostoli, e s'avviò incontro al traditore. Andò incontro al calice d'amarezza ch'egli aveva desiderato di bere, ed al battesimo di sangue, in cui aveva fretta di esser battezzato per amore dell'Eterno suo Padre e per noi. L'insieme dei misteri della Passione costituiva la nostra salvezza, la nostra redenzione: era il preludio necessario della Risurrezione, dell'apertura del suo Cuore, della nascita della Chiesa, della discesa dello Spirito Santo e di tutte le grazie attese e preparate dall'origine del mondo. Era la vittoria sul demonio, e sul peccato. Gesù aveva espresso sovente il desiderio della croce; per lui l'attendere era un'angoscia I profeti avevano annunciato questa spontaneità del suo sacrificio: Si è offerto spontaneamente (Is. LIII). Anche quando Pietro e gli altri apostoli vorranno trattenere il traditore ed i complici, nostro Signore reprimerà il loro ardore troppo naturale: Non berrò il calice che il mio Padre mi ha dato? (S. Giov. XVIII, 11). 

 

2° PUNTO: Il suo amore per noi gli rendeva la croce leggera. — San Paolo ci offre il grande amore di nostro Signore per la croce come esempio ed incoraggiamento nelle prove; nostro Signore prese la croce con gioia sprezzando le umiliazioni (Agli. Ebr. XII). Egli portava la croce considerando i motivi che potevano spingerlo a trovarvi gioie. Questi motivi erano, dopo la gloria che ne veniva all'Eterno Padre, l'avanzamento dell'opera della nostra redenzione. Ogni passo che egli faceva sulla strada del Calvario, pagava una partita del nostro debito, e infrangeva un anello della nostra catena. Come non si sarebbe rallegrato egli che tanto ci amava? E' solamente sulla croce che avrebbe finito di pagare il nostro debito. E' là che egli distrusse l'atto che era stato scritto contro di noi, a nostra rovina (Ai Coloss. II, 14). Ad ogni passo che faceva su questa strada, le potenze delle tenebre indietreggiavano. Egli s'avanzava verso la vittoria definitiva del Calvario; perchè non doveva essere felice e trionfante? «S'avanza con confidenza, dice san Paolo, trionfante in se stesso, perchè spoglia i principati e le potenze dell'inferno» (Ai Coloss. II, 15). Se noi l'amiamo, se noi desideriamo promuovere il regno del suo Cuore, se noi vogliamo far indietreggiare il demonio, cancellare i nostri peccati, 
arricchirci di grazie e contribuire alla salute delle anime, alla liberazione delle anime sante del Purgatorio, portiamo generosamente la nostra croce quotidiana. La nostra croce è quella di nostro Signore, e nostro Signore ce n'ha dato una piccolissima parte, perchè possiamo dimostrargli il nostro amore e dividere la sua gloria: «Compio ciò che manca alla Passione di Cristo» dice san Paolo (Ai Coloss. I, 24). Gioite dunque nel Signore, anche nelle prove e nei dolori, poichè in essi vi sono vere cause di santa gioia. I sacrifici e le sofferenze sono tanti passi che ci conducono al nostro fine, che ci rendono simili a nostro Signore, e che ci avvicinano al cielo. 

 

3° PUNTO : La gioia nel sacrificio è la caratteristica delle anime votate al Sacro Cuore. - Le prove sono inevitabili, indispensabili; esse diffondono il regno del Sacro Cuore, e preparano con lui grandi grazie, grandi favori: quindi come non apporterebbero la gioia? Più ostacoli si vincono, e più ci si avvicina allo scopo. La pazienza, la generosità, l'amore al patire ed al sacrificio sono le virtù che devono distinguere le anime consacrate al Sacro Cuore. Perseveriamo nella preghiera, nella lode, nel ringraziamento a Dio, ma sopratutto nella pace di Dio, quella pace che vince ogni concetto, che è frutto della croce, della rinuncia di se stessi, dell'abnegazione e del sacrificio; quella pace, che il mondo non può dare, che non conosce, appunto perchè non vuol conoscere ed amare la croce. Ma il mondo non conosce neanche la gioia, la pace, la felicità che è contenuta nella croce, e che scaturisce dalla croce stessa. Portando allegramente la croce noi sazieremo la sete d'amore generoso e fedele di nostro Signore, risponderemo alle vive domande che egli ha rivolte a Margherita Maria: seguiremo le tracce di quest'anima privilegiata e di altri santi che sono i più cari al Sacro Cuore, ed affretteremo l'effusione delle grandi grazie che il regno del Sacro Cuore deve portare alla Chiesa. 

 

Risoluzione. — Signore Gesù, voglio procurare di portare d'ora in avanti la croce con gioia. Voglio imitare le disposizioni del vostro Cuore in tutte le prove e le sofferenze della vita: la pazienza, la generosità, l'amor al patire e specialmente l'amore al sacrificio. 

 

 

FIORETTO: — Se non puoi comunicarti, visita il Santissimo; recita il Pange lingua.

 

 

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