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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

29° Marzo

ECCE HOMO

 

Uscì dunque di nuovo fuori Pilato, e disse loro: Ecco io ve lo porto fuori, affinchè intendiate, che non trovo in lui alcun reato. E uscì Gesù portando la corona di spine e la veste di porpora. E (Pilato) disse loro: Ecco l'uomo (San Giov., XIX, 4). 

 

1° Preludio. Ecco l'uomo del dolori, il quale ha espiato tutte le nostre colpe; l'uomo d'amore e di sacrificio, che si è immolato por noi. 

 

2° Preludio. Signore, fate che questa contemplazione mi renda più penitente e più amante. 

 

1° PUNTO: L'indurimento dei Giudei. — Pilato voleva impietosire i Giudei per indurli a desistere dalle loro esigenze. Uscì nuovamente dal pretorio e disse ai Giudei: « Vi farò condurre Gesù, e voi vedrete che non è colpevole ». Credeva che i Giudei contemplando Gesù così paziente e così dolce fra i più atroci dolori, tocchi da compassione, avrebbero compreso che Gesù non era un uomo violento e rivoluzionario. Gesù apparve quindi, scortato dai soldati, dall'alto di una galleria. Era coperto da un mantello rosso, e portava la corona di spine e la canna. Il suo viso era insanguinato. Nessun uomo mai fu più degno di compassione. « Ecce homo! ecco l'uomo! » disse Pilato. Ma questi Giudei erano vere bestie feroci. Sacerdoti e servi riuniti gridarono a gara: « Crocifiggetelo, crocifiggetelo ». Ove esiste una passione violenta, non vi è più pietà, non vi è più cuore. Qual lezione per me! Se lascio crescere in me qualche attacco disordinato, nostro Signore che non vuole dei cuori doppi si ritirerà; la grazia non agirà più in me, ed io diverrò cieco e indurito come i Giudei. Ecce Homo! Protesto, Signore, con tutto il cuore, contro l'odio dei vostri persecutori. Gradite il mio debole amore ed il mio desiderio di riparazione. 

 

2° PUNTO: Ecce Homo! Ecco l'uomo colpito da Dio in nostra vece. — Ecco l'uomo che, caricato del pesante fardello dei nostri peccati, di cui si è costituito vittima espiatoria, rappresenta in questo momento l'umanità in tutta la sua miseria. Ecco l'uomo vittima che ci descrive Isaia. Non ha più figura d'uomo. Tutto il suo corpo non è che una piaga; lo si direbbe un lebbroso. Quando lo si vede bisogna volgere lo sguardo: è un uomo percosso dalla giustizia divina. Che cos'è dunque il peccato, perchè possa avere questi effetti? Esso offende dunque gravemente Dio; e Dio deve essere molto irritato per punirlo in questo modo anche in colui che non l'ha commesso, ma che ne ha accettata la responsabilità. E se il legno verde, il giunco per eccellenza, è trattato così per il peccato altrui, che sarà del legno secco, del vero colpevole, quando verrà, l'ora del giudizio? Questo mistero dell'Ecce homo non è il più indicato per eccitarci al pentimento, alla conversione, all'odio al peccato? Ecco l'uomo! Ecco il vostro re! ripete Pilato. Ecco dov'è caduta la vostra regalità, ci dice il nostro Dio. Ogni uomo era re per la grazia di Dio; ogni uomo era chiamato a regnare sopra di sè e sopra la natura. Ma ecco l'uomo del pretorio, colui che ha preso sopra se stesso tutti i vostri peccati; ov'è la sua regalità? Il suo scettro è una canna, il suo mantello regale un brandello imporporato dal suo sangue, la sua corona un ramo di spine intrecciate. L'uomo colpevole è un re decaduto, disonorato, beffeggiato, deriso. Io potevo essere re, e lo posso ancora: «Voi ci avete fatti re e sacerdoti» dicono gli eletti parlando a Dio nell'Apocalisse (V, 10). Ma occorre cessare d'offendere Dio, bisogna servirlo regalmente e religiosamente, con forza, con pietà, con spirito di sacrificio e di devozione. 

 

3° PUNTO: Ecce homo! Ecco l'uomo Dio che vi ha tanto amati! — Ecco l'Uomo Dio, l'uomo santo per eccellenza che accetta queste sofferenze e queste ignominie per riparare la gloria del Padre e per salvare le nostre anime. Ah! quanto è infinitamente amabile sotto il suo aspetto di sofferenza e d'umiliazione! Eccolo in tutto l'eroismo della virtù, nell'atto del più perfetto amore per il divin Padre e per noi. Ecce homo! sì, io lo contemplo, l'uomo Dio, lo ammiro, lo ringrazio, l'amo con tutta la tenerezza del mio cuore. Ah! Signore, è dunque per noi, per me, per rendermi la mia regalità che voi avete umiliata la vostra! Voi avete presa la corona di spine e lo scettro di canna, per darmi la corona e lo scettro d'oro: avete accettato il brandello insanguinato per darmi la porpora regale. Signore, in questo mistero siete, come al Calvario, infinitamente amabile. Il nostro amore sarà sempre insufficiente per rispondere a quello del vostro cuore. Vi offro in riparazione tutti gli omaggi regali che voi avete ricevuti in cielo ed in terra. Tutti i fedeli hanno proclamata la vostra regalità: ogni giorno essi innalzano la santa Eucaristia sopra troni; ogni giorno vanno regalando alle nostre chiese cupole sontuose che vorrebbero essere corone regali degne di voi. I principi cristiani hanno umiliato le loro corone ai vostri piedi, ed io con tutta la Chiesa riconosco e proclamo che voi siete Re dei re, Dominatore dei dominanti. 

 

Risoluzioni. — Ecce homo! Sì, Signore, voi siete l'uomo del dolore, l'uomo della riparazione. Vi debbo in contraccambio un'ammenda onorevole quotidiana e un amore instancabile; vi proverò il mio amore con la mia fedeltà, con la devozione al Sacro Cuore, e col mio zelo per la sua diffusione. 

 

 

FIORETTO: - Pensa alla tua morte, metti subito rimedio a ciò che ti farebbe paura; domanda a Gesù la morte del giusto. Tre Ave Maria.

 

 

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