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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

25° Novembre

SUL TIMOR DI DIO 

 

Consumandosi gli uomini per la paura e per l'aspettazione di quanto sarà per accadere a tutto l'universo, perchè le virtù dei cieli saranno sommosse, e allora vedranno il figlio dell'uomo venire sopra una nuvola con potestà grande e maestà (S. Luca, XXI, 26). 

 

l° Preludio. Nostro Signore vuol salvarci ad ogni costo. E' la preoccupazione del suo cuore amante; per premunirci contro il peccato e la dannazione vuole ispirarci il timore del giudizio. È questo il soggetto di uno degli ultimi discorsi. 

 

2° Preludio. Signore, imprimete nel mio cuore il timore salutare dei vostri giudizi. 

 

1° PUNTO: Prima d'entrare in possesso della beatitudine eterna vi sarà un giudizio che si deve temere. — Nostro Signore era con i discepoli sul Monte Oliveto, in faccia a Gerusalemme. Gli apostoli facevano riflessioni sulla bellezza del Tempio: «Che pietre magnifiche! e che ricchezze!». Sì, rispose nostro Signore, è veramente bello, ma in pochi anni sarà distrutto e più tardi sarà la terra che si sconvolgerà. Tutto questo è passeggero, ed il vostro riposo non consiste in queste cose, ma nel vostro Gesù per tutta l'eternità. Bisognerà però passare prima per il giudizio, e questo giudizio bisogna prevederlo, meditarlo, prepararlo. La Chiesa ce lo fa meditare al principio dell'Avvento, affinché noi ci prepariamo con la penitenza alle grandi grazie del Natale. Questo giudizio sarà terribile, spaventoso. Anche i preludi saranno uno sconvolgimento universale. I viventi moriranno di spavento; i morti usciranno dalle tombe; nostro Signore verrà nello splendore della potenza e della maestà, e pronuncerà contro i peccatori la terribile sentenza. 

 

2° PUNTO: Questo giudizio è da temersi anche da parte delle persone che hanno ricevuto grandi grazie ed una vocazione eletta. — I santi hanno sempre temuto il giudizio. «Io castigo il corpo con la penitenza, diceva san Paolo, per salvarmi dal giudizio contrario» (I ai Cor. IX) — Sant'Agostino: Io temo il fuoco eterno. — San Bernardo: Io tremo al pensiero dell'inferno: Le anime privilegiate, i religiosi, i sacerdoti non avranno un conto severo da rendere circa l'uso delle grazie che hanno ricevuto? Richiamiamo alla memoria la parabola dell'economo infedele. È nostro Signore che ha detto: Verrà chiesto molto a chi avrà molto ricevuto (S: Luca XII, 48). Al libro della Sapienza aveva detto: Il giudizio sarà più duro per i grandi (VI). Nostro Signore non ha detto agli apostoli che il demonio si accanirebbe per perderli? «Vi vaglierà come il grano» (S. Luca XXII). San Gerolamo diceva: Le anime consacrate sono un cibo squisito per il demonio. Noi abbiamo quindi un gran motivo di temere il giudizio. Ispirandoci a questo salutare timore nostro Signore non dimentica l'amore del suo Cuore per noi. Vuole questo timore, petchè è prezioso per la santificazione, perchè è il principio della sapienza (Salmo CX). Vuole questo timore, perchè vuole la nostra salute, perchè non vuole che ci perdiamo, che ci addormentiamo nella tiepidezza, nel peccato. Ha spiegato lui stesso questo motivo nel suo discorso sul giudizio: affinchè noi possiamo sfuggire alla condanna e comparire davanti al Figlio di Dio (S. Luca XXI). 

 

3° PUNTO.: Questo timore non deve essere servile, ma figliale, misto all'amore. Noi siamo i figli del Sacro Cuore, non dobbiamo mai dimenticare la parte dell'amore nelle nostre disposizioni. Il timore è un dono dello Spirito Santo, dello Spirito d'amore; esso deve essere soprannaturale e figliale. Noi dobbiamo temere di perdere Gesù, d'essere allontanati da lui per l'eternità, d'essere privati del suo amore e del suo Cuore. Un timore servile ed interessato non può bastare agli amici del Sacro Cuore. Il timore misto all'amore e di confidenza è dolce: Beati quelli che temono il Signore (Salmo CXI). Questo timore è d'altra parte addolcito, in questo tempo dell'Avvento dall'attesa del giorno di Natale, dall'attesa della nascita del Salvatore che è un pegno di speranza, di confidenza e d'amore. Chiediamo sovente questa grazia. Diciamo con David: Imprimete, Signore, il vostro timore nei miei sensi (Salmo CXVIII). Richiamiamoci alla memoria i motivi speciali che hanno di temere le anime elette: temiamo il giudizio ora, dice sant'Agostino, è il miglior mezzo di non temerlo, quando giungerà. Chi teme Dio non trascurerà nessun dovere, procurerà di conoscere il desiderio di Dio per conformarvisi (Eccl. VII e XIX). 

 

Risoluzioni. — Io temo questo giudizio, perchè temo la dannazione, ma soprattutto perchè potrei essere separata da nostro Signore per tutta l'eternità. Mi ricorderò il giudizio negli esami quotidiani. 

 

FIORETTO: — Usa particolare compostezza in chiesa: recita tre Pater per quelli a cui hai dato cattivo esempio in chiesa.

 

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