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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

19° Dicembre

GESU' PREDICA AI DISCEPOLI DI SAN GIOVANNI LA FEDE NELLA SUA DIVINITA'.

 

Andate e riferite a Giovanni quel che avete udito e veduto. I ciechi vedono, gli storpi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti risorgono, si annunzia ai poveri il Vangelo (S. Matteo, XI, 4). 

 

1° Preludio. Nostro Signore espone lui stesso le solide fondamenta sulle quali sono stabilite la divinità della sua persona e quella della religione. 

 

2° Preludio. Signore, confermate la mia fede, affinchè conoscendovi meglio, vi serva e vi ami sempre più. 

 

1° PUNTO: Solidità della nostra fede. — Nostro Signore ha voluto egli stesso eccitare il Precursore alla fede nella sua divinità, e nella sua missione, e nello stesso tempo che gli faceva riportare le sue parole, agiva con la grazia nel cuore di Giovanni. Così è di noi. Egli dà per base alla fede con i miracoli, di cui gl'inviati di Giovanni erano stati i testimoni, e l'adempimento delle profezie, poiché questi miracoli stessi erano stati annunciati da Isaia (cap. XXXV), come segno della venuta del Messia. La nostra fede ha le stesse basi e più ancora. Tutte le profezie e le figure dell'Antico Testamento sono compiute: i miracoli dei santi s'aggiungono a quelli di nostro Signore; le testimonianze dei martiri a quella del suo sangue; la purità della sua dottrina, la conversione del mondo, la propagazione della fede mediante uomini deboli e sprovvisti di mezzi umani, il cambiamento operato nei costumi dei convertiti e la stabilità della Chiesa attraverso alle persecuzioni, ci impongono un assentimento saldissimo. Che consolazione per noi! Che soggetto di ringraziamento! Che riposo di coscienza nel veder la fede così ben stabilita e la divinità della nostra santa religione così assicurata! 

 

2° PUNTO: La fede domanda le opere. — Nostro Signore ha reso la vita ai ciechi, l'udito ai sordi, la vita ai morti, e solo dopo questi miracoli ha insegnato la dottrina. Lo Spirito Santo l'ha confermato, gli apostoli lo hanno predicato, i martiri lo hanno sigillato con il sangue. Ecco certamente la fede ben stabilita. Questa fede noi l'abbiamo ricevuta con il battesimo, la professiamo e speriamo nella sua ricompensa. Tuttavia proviamo a domandarci, secondo i consigli di san Paolo, se siamo praticamente nella fede e se di fede viviamo (I Cor. XIII). Domandiamolo allo spirito, al cuore, alle mani. Lo spirito non ascolta i propri lumi per seguirli abitualmente trascurando quelli della fede? Esaminiamo i desideri, gli attacchi, gli affetti del cuore, e vediamo se la fede ne è la regola. E le nostre mani non sono deboli e pigre nei doveri della religione e nelle pratiche austere della fede, mentre sono poi troppo pronte quando si tratta di lavorare per la vanità, per il mondo e per l'amor proprio? Ecco il soggetto d'un serio esame. La fede è pratica? Essa deve appoggiarsi sull'umiltà e trovare la perfezione nella carità. Deve penetrare tutta la vita: «Il giusto vive di fede» (Ai Rom. I, 17). «Senza la fede, non si può piacere a Dio» (Agli Ebrei XI, 6). La fede si manifesta con le opere: la fede che non ha le opere è una fede morta, dice san Giacomo (II, 17). E noi compiamo le opere della fede? Le azioni, le opere sono quelle di un uomo di fede?. La fede ci rivela innanzi tutto l'amor di Dio per noi. San Giovanni dice che noi crediamo all'amor che Dio ha per noi (IV, 16). In Cristo, dice san Paolo, non è la circoncisione che conta, ma è la fede che opera per mezzo della carità (Ai Gal. II 20). Ecco la fede nella quale bisogna vivere, la fede nell'amore e nella bontà di nostro Signore. Questa fede ci conduce ad amare nostro Signore per corrispondenza, a darci a lui come egli si è dato la noi, a rivaleggiare con lui in generosità. Aggiungiamo a queste basi della fede comune, quelle della fede privata che noi dobbiamo avere nelle domande, nei desideri e nei lamenti del Cuor di Gesù. Le rivelazioni che egli ha fatto a S. Margherita Maria e ad altre anime privilegiate hanno seri motivi di credibilità. Esse domandano l'acconsentimento e le nostre opere. La vocazione personale ha pure le sue basi di fede privata. Noi l'abbiamo abbracciata, perchè abbiamo creduto che Dio lo voleva, ed è necessario che le opere rispondano alla nostra fede. E se crediamo all'amore del Cuor di Gesù ed alle domande del suo Cuore, non dovremo essere ardenti d'amore per il suo Cuore e pieni di zelo per il suo regno? 

 

3° PUNTO: Bisogna pregar Dio, perchè aumenti la nostra fede. — Se la fede è debole, preghiamo, domandiamone l'accrescimento. La fede viva è un frutto dello Spirito Santo, e bisogna domandarla nella preghiera (Ai Gal. V, 23). Diciamo con gli apostoli: Signore, aumentate la mia fede (Luca XVII); con il padre dell'indemoniato del Vangelo: Credo, Signore, aumentate la mia fede (S. Marco XX). Domandiamo con sant'Agostino la stabilità nella fede: Fate, Signore, che io non sia nel numero di quelli che credono per un tempo, e che s'allontanano dalla fede quando viene la tentazione (Med. 2). In questo tempo dell'Avvento assicuriamo la fede nella venuta prossima del Salvatore, e nelle grazie che la devono accompagnare. 

 

Risoluzioni. — Vita di fede: «Io vivo nella fede del Figlio di Dio che m'ha innalzato, e che si è offerto per me» (Gal. II, 20). Estendere la propria fede con motivi che ne sono la base. Ricordarsi specialmente le bontà ed i benefici del Cuor di Gesù per crescere nel suo amore e rendergli amore per amore. 

 

FIORETTO: - Recita tre Pater a Gesù; usa pazienza con tutti.

 

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