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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

20° Dicembre

GESU' OPPONE LA SEMPLICITÀ' E LA DOCILITÀ' DI GIOVANNI BATTISTA ALL'ORGOGLIO DEI FARISEI. 

 

Ed è beato chi non prenderà in me motivo di scandalo. Perchè è venuto Giovanni, che non mangiava, nè beveva e dicono: Egli è indemoniato. E' venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco un mangiatore, e un beone, amico dei pubblicani e dei peccatori (S. Matt., XI, 6 e 18). 

 

1° Preludio. Nostro Signore ci mette in guardia oggi contro la mancanza di semplicità e di docilità di spirito. 

 

2° Preludio. Datemi, Signore, la semplicità e la docilità di spirito, affinchè io gusti le vostre parole ed i vostri misteri, e ne tragga profitto. 

 

1° PUNTO: È nella docilità alle ispirazioni divine che si trovano la pace, la gioia e la luce. — Osserviamo come avvenivano le cose quando nostro Signore insegnava in Palestina. Egli incontrava cuori docili, discepoli fedeli che lo seguivano con premura fin nel deserto. Credevano nella sua missione; ne consideravano le azioni, ne ascoltavano le parole con rispetto, con edificazione, si convertivano, si affezionavano a lui. Erano le pecorelle docili del Buon Pastore (S. Giov. X, 3). Ma vi erano anche cuori indocili, spiriti ribelli, come gli abitanti di Corazaim, Cafarnao, di Betsaida. Nè i miracoli, nè le predicazioni di nostro Signore valsero a convertirli. Essi cercavano d'interpretare tutto umanamente, e si scandalizzavano di tutto. Ai loro occhi Giovanni Battista era un indemoniato, e nostro Signore era l'amico dei peccatori. Quali sono gli scogli contro i quali urtano gli spiriti indocili?. Sono la mancanza di fede, l'orgoglio segreto e la viltà. La poca fede fa sì che noi abbiamo poca attenzione e poca stima per tutto ciò che viene da Dio; i misteri non ci colpiscono, ma vi pensiamo troppo debolmente e li dimentichiamo assai presto;: «le parole, le ispirazioni di nostro Signore non ci fanno impressione; siamo così distratti e così smemorati! Il nostro orgoglio segreto si apparta: noi ci vergogniamo della croce, non possiamo deciderci ad amare i disprezzi. La debolezza ci allontana dalla dottrina della croce, e noi indietreggiamo davanti alla mortificazione, poichè la sensualità ne ha paura. Richiamiamoci le raccomandazioni divine; già nell'antico Testamento lo Spirito Santo ci aveva detto: «Abbiate un giusto sentimento della divinità, e cercate Dio nella semplicità del vostro cuore» (Sap. I). E ancora: «La sapienza divina conversa con le anime semplici» (Prov. III, 32). Nostro Signore ha raccomandato la semplicità degli agnelli, quella delle colombe, quella dei bambini. Questa semplicità l'onora, essa rallegra e guadagna il suo cuore. 

 

2° PUNTO: Motivi di questa semplicità. — Le parole, le ispirazioni divine, non meritano questa docilità del cuore? I misteri della vita, le azioni, le sofferenze di lui sono degne della considerazione rispettosa che egli ci domanda e del nostro rispetto umile e religioso. Se conoscessimo la pace, la gioia, i lumi che possiamo trovare in questa semplicità e docilità di spirito, in quest'unione, in questa intimità rispettosa con nostro Signore! Richiamiamoci gli esempi dei Santi. Giobbe trovava consolazione nell'umile sommissione alla volontà di Dio e la docilità alle parole divine. Egli soleva dire che la consolazione consisteva nell'accettare i castighi divini e nel non contraddire la divina parola. Samuele, ancor giovinetto, piaceva a Dio per la docilità: «Parlate, Signore, il vostro servo vi ascolta» (I Re, III). David diceva: «Benchè trovi che gli ordini divini sono assai severi, io ascolterò sempre la sua parola.» (Salmo XVI, 4). Sant'Agostino diceva: «Chi ascolta la parola di Dio con negligenza è tanto colpevole quanto colui che lascia cadere, per propria colpa, il corpo di Gesù Cristo». Per noi che siamo gli amici e i devoti del Sacro Cuore, questa docilità non è ancor più facile e più consolante? E' al Cuor di Gesù che noi attingiamo direttamente i lumi, la grazia e la forza. Il Cuor di Gesù è aperto per rivelarcene i sentimenti, i desideri, le gioie, le tristezze, le promesse. 

 

3° PUNTO: Domandiamo a nostro Signore questa grazia della semplicità e docilità di spirito. Domandiamo questa direzione, questi lumi che ci sono necessari e domandiamo insieme la docilità che ci occorre per seguirli. Diciamo con David: «Signore, dirigete i miei passi nei vostri sentieri, affinchè non abbia a deviare (Salmo xvi), e con Salomone: «Date, Signore, al vostro servo un cuor docile, affinchè sappia discernere il bene dal male» (III Re III). Io sento che ho tanto bisogno del soccorso divino che mi guidi attraverso tanti scogli, insidie e nemici che l'anima mia incontra nel cammino, e che vorrebbero impedirle di star unita al Cuor di Gesù. Io ho un corpo fragile da guidare con i sensi, la lingua, gli occhi, i gusti, e manco di lumi. E questi lumi li domando a voi, Signore, e voglio ascoltarli e seguirli; voglio consultarvi in tutto ed ascoltarVi con docilità. Voglio essere particolarmente docile agl'insegnamenti del mistero del Natale. In esso voglio attingere lo spirito infantile, l'umiltà, lo spirito di sacrificio: Divin bambino del presepio, trasformatemi in voi. 

 

Risoluzioni particolari. — Mio Signore e mio Dio, d'ora innanzi io ascolterò le divine ispirazioni con rispetto, con attenzione, con docilità. Io le eseguirò con coraggio, con fedeltà. E mi basterà per indurmi a farmi violenza il solo dirmi: Dio lo vuole! Dio ha parlato, io ho conosciuto la sua volontà manifestata per mezzo delle ispirazioni, della regola, dei superiori. 

 

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