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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

25° Dicembre

PER IL GIORNO DI NATALE 

 

L'angelo disse loro: Non temete; perchè eccomi a recare a voi la nuova di una grande allegrezza, che avrà tutto il popolo: Perchè è nato oggi a voi un Salvatore, che è il Cristo Signore, nella città di David. Ed eccovi il segnale: troverete un bambino avvolto in fasce, giacente in una mangiatoia (S. Luca, II, 10). 

 

1° Preludio. Nella stalla vi è una grande allegrezza: gli angeli cantano, Maria e Giuseppe adorano, i pastori piangono d'emozione. 

 

2° Preludio. Divin bambino, datemi la grazia di prendere parte alla gioia comune, e di aggiungervi le mie umili riparazioni. 

 

1° PUNTO: Uniamoci alla gioia di Maria. — A Maria dobbiamo in modo particolare unirci in questo giorno. Chi meglio di lei può insegnarci a rendere a Gesù bambino i doveri che gli dobbiamo? Ecco dunque il felice momento, che colmando Maria di gloria e di consolazione, pone termine alle disgrazie, asciuga le lacrime, fa cessare i sospiri, rompe le catene, comincia la felicità della vita, e ci assicura quella dell'eternità. Invitiamo Maria a presentare agli occhi delle nazioni colui al quale esse sospirano da tanti secoli; è ora che egli esca dal suo seno, come il ruscello esce dalla sorgente per inondare la terra con le acque salutari. Il frutto di vita è giunto alla maturità, è ora che da se stesso si stacchi, senza violenza, dall'albero prezioso che l'ha portato, per essere il nutrimento, la delizia e la salute di tutti gli uomini: bisogna che egli sia la produzione miracolosa d'una verginità consacrata, e che Maria lo dia alla luce con la stessa integrità con cui l'ha concepito. O Maria, dateci questo Salvatore che voi attendeste con amorosa impazienza; e dopo che è nato presentategli i nostri voti e le nostre adorazioni e proteggeteci dopo di lui. — Grazie, o Madre mia, d'aver concorso così efficacemente con l'amore, con il consenso, con il sangue, con il latte del casto seno a darci, a formarci, ad allevarci questo Salvatore, di cui siete la Madre. Chi potrebbe comprendere la felicità estrema di Maria, quando dopo i rifiuti di una città ingrata e l'arrivo nella stalla, essa diede al mondo il suo Dio ed il suo Salvatore? Ah! Se le porte di quest'augusto santuario del Cuor di Maria fossero aperte, quanti prodigi e quanti misteri del più puro e del più ardente amore noi vi scopriremmo! Che sentimenti delicati! che intima unione! che prodigiosa elevazione! che sublime contemplazione! che trasporti di gioia che nessuna lingua potrebbe giammai esprimere! di quali dolcezze ineffabili è inondato questo cuore! che pii eccessi d'amore verso questo Dio nascente! E Gesù è ora sotto gli occhi di Maria e non cessa di appartenerle. Ella ha l'onore di abbracciarlo, di dargli mille casti baci; lo stringe al seno, lo nutre ancora di se stessa dandogli il latte. Uniamoci umilmente alla gioia ed all'amore di Maria. 

 

2° PUNTO: Adorazione e riconoscenza. — Maria vuol essere anche la prima adoratrice del Dio-Bambino. L'angelo non le ha forse detto: Il santo Bambino che nascerà da voi si chiamerà «Figlio di Dio!»? — Isaia aveva detto prima: Si chiamerà Emmanuele cioè Dio con noi. — Ed aveva detto anche: Il suo nome sarà l'Ammirabile, il Consigliere, il Dio forte, il Padre dei secoli venturi, il Principe della pace (Isaia IX, 6). Maria aveva meditato sovente queste profezie: essa ha il privilegio d'adorare il proprio figliuolo, il frutto del suo seno. Gli angeli del cielo e i re della terra non sono ammessi che vicino a lei per rendere gli omaggi al Verbo incarnato. L'esempio di Maria ci insegna ciò che noi dobbiamo al nostro Dio e Salvatore: prostriamoci con lei, uniamoci alle sue adorazioni, ai suoi ringraziamenti. Ciò che particolarmente ci deve rallegrare, si è che Maria non è solamente la madre del Salvatore, essa è anche la madre nostra. Questa qualità di figli ci dà qualche diritto a partecipare a tutti i suoi beni spirituali. Noi possiamo unirci alle adorazioni, alla gioia, alle lacrime, alla felicità di Maria; anzi posiamo dire con lei: Un bambino ci è nato, ci è stato dato un figlio (Isaia IX). Possiamo meditare il titolo che il profeta dà a questo figliuolo: l'Ammirabile, il Consigliere, il Dio forte, il Padre dei secoli futuri, il Principe della pace. Ciascuno di questi titoli provoca un sentimento diverso: ammirazione, preghiera, adorazione, confidenza. Offriamo al divin Bambino tutto ciò che la Madre sua e nostra gli ha offerto. 

 

3° PUNTO: La festa di Natale ci dà una lezione d'immolazione. — Benchè questa festa sia essenzialmente gioconda, lo spirito d'immolazione e di riparazione non deve esserne assente. Nostro Signore veniva a noi per salvarci, per apportarci la pace e la gioia, è vero, ma in quali condizioni d'umiltà, di povertà, di sacrificio non è venuto? Bambino ancora era una piccola vittima, e c'insegnava l'immolazione come la strada della grazia e della salute. E oggi ancora, come è ricevuto, anche fra cristiani, anche fra le anime più privilegiate? Come l'ho ricevuto anch'io molte e molte volte? Non ho per questo seri motivi di riparazione, d'ammenda onorevole, d'immolazione? 

 

Risoluzioni. — E' la gioia che domina nel mio cuore. Io ammiro questo divin Bambino sulle braccia della madre. — Lo adoro. — Imparo da lui lo spirito d'amore e di sacrificio. — Mi dono e mi consacro a lui per divenire per sempre suo figlio amante. — Lo offro al Padre come mio riscatto e mia salute, come il prezzo della pace che io devo acquistare. Adoro il cuore amante del giovane agnello destinato all'immolazione. 

 

FIORETTO: - Cinque Pater a Gesù; digli che ti cambi il cuore.

 

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