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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

22° Gennaio

S. Giuseppe obbedisce prontamente all'avviso dell'Angelo e fugge in Egitto con il Figlio e con la Sposa. 

 

Tra tutti i mirabili esempi di perfette ed eroiche virtù che presenta la travagliata vita di S. Giuseppe, quello che maggiormente risplende di vaghissima luce è l' obbedienza, virtù prediletta della bellissima immacolata anima sua. Erano appena ritornati dal faticoso viaggio di Gerusalemme, allora quando, notte tempo, nel più bello del sonno, un angelo si fa sentire a S. Giuseppe e gli dice : Orsù! prendi il Fanciullo e la Madre sua e fuggi, fuggi in Egitto, perché Erode lo cerca a morte. Dice e scompare. Ma S. Giuseppe, hai tu ben inteso ? non sarà questa un'illusione, un sogno ? Gesù, ch'era venuto a salvare il popolo intero, non potrà salvare se stesso da un solo uomo ? E poi! fuggire a quest'ora, di notte, in si rigida stagione e andare fino in Egitto ? Ma che ! Ma che ! ciò non può assolutamente essere. E i mezzi ? E le provvigioni ? e là giunti in terra straniera e nemica? e fino a quando durerà questo esilio ? Non così ragiona Giuseppe. Egli prontamente crede e ubbidisce. Si alza, va a svegliare Maria e: - Maria, le dice, Sposa diletta, presto lévati, fuggiamo, Dio lo vuole, si minaccia morte al Santo Bambino. — Poi con piccolo lume gira qua e là per la casa, raccogliendo le poche robe per il viaggio : qualche provvigione di cibo, le vesti più necessarie, non dimentica gli arnesi dell'umile professione, che sarà l'unico sostegno per campare la vita nella terra dell'esilio. Poi corre alla culla di Gesù, lo prende cautamente sulle braccia per non turbarne il sonno, e con esso in petto e l'afflitta Vergine al fianco, sforza il passo e sollecita la fuga per timore d'essere sorpreso dai satelliti di Erode. Che splendido esempio di obbedienza per noi, che proviamo tanta ripugnanza a sottometterci agli ordini dei genitori, dei superiori, e persino di Dio e della Chiesa. La prontezza di S. Giuseppe nell'eseguire l'ordine dell'Angelo deve servirci di modello in molte circostanze della nostra vita, e specialmente quando sentiamo voci interne le quali ci dicono : Lascia la tal compagnia, il tal posto, la tal pratica ; lascia quel giuoco, quel piacere disonesto , quell' odio , quella vanità ; attendi alla preghiera, frequenta i Santi Sacramenti, ascolta la parola di Dio, pratica l'umiltà. Quando sentiamo queste voci, ricordiamoci che vengono da Dio, come veniva da Lui la voce che disse a S. Giuseppe : Alzati, prendi il Bambino e la sua Madre e fuggi in Egitto : e noi procuriamo di rispondere a queste voci come rispose Giuseppe, obbedendo ciecamente, fedelmente e prontamente. Con tale obbedienza Giuseppe salvò Gesù dalla morte minacciatagli da Erode : con la medesima obbedienza noi salveremo l'anima nostra dalla morte eterna minacciataci dal demonio. 

 

PROPOSITO. 

Ubbidirò prontamente alla voce dei superiori come ubbidì S. Giuseppe alla voce dell'angelo. 

 

ESEMPIO. 

S. Giuseppe salva un fanciullo dalla lava del Vesuvio. Nell'anno 1631 una povera donna, sorpresa da una eruzione del Vesuvio, stava per essere raggiunta dalla lava, e per soprappiù si vide impedita la fuga da una rupe. Aveva in braccio un fanciullo di 5 anni ; se si fermava ai piedi della rupe, restava coperta dal fuoco; arrampicarsi sulla rupe con il fanciullo non poteva. Non sapendo a qual partito appigliarsi, si rivolse a S. Giuseppe con questa preghiera : « Padre mio, voi che salvaste il Bambino Gesù dalle mani di Erode, salvate dal fuoco me e questo fanciullo che porta il vostro nome. » Fatta questa preghiera, abbandona il fanciullo, e si arrampica sulla rupe. Desolata per la so rte del fanciullo, che teneva come certa, quella povera donna s'incamminò verso Napoli, quand'ecco si sente chiamar per nome; si volta indietro e vede il suo fanciullo sano e salvo. L'interrogò subito sul modo con cui si era salvato, ed egli rispose : S. Giuseppe che tu hai invocato, mi prese fra le braccia e mi ha qui portato. Impariamo da questa grazia straordinaria, accordata da S. Giuseppe, ad invocare la sua protezione ogni volta che ci troviamo in qualche pericolo tanto per l'anima quanto per il corpo. 

 

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