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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

15° Giugno

SAN GIUSEPPE PATRONO DEGLI EDUCATORI CRISTIANI: NE OTTIENE IL PROFITTO DESIDERATO

 

S. Giuseppe fu grandemente consolato e confortato dal profitto esterno che dimostrava Gesù, crescendo in età, in sapienza e in grazia presso Dio e presso gli uomini; i suoi progressi erano più sublimi di quelli di san Giovanni Battista, del quale è detto in S. Luca, che fanciullo nel deserto cresceva e si fortificava nello spirito (Luc. 1, 80); più grande ancora dei prodigiosi accrescimenti del suo padre terreno di cui fu profetato: Figlio crescente Giuseppe, figlio crescente e di bell'aspetto (Gen. 49, 22). Di tali progressi si compiaceva l'Eterno Padre, e gli uomini ammiravano le doti straordinarie del piccolo Nazzareno e invidiavano ai genitori un così prezioso tesoro. Questi progressi sebbene ritenessero in tutto un procedimento umano, erano tuttavia nella loro eccellenza immensamente superiori all'opera, per quanto attenta e sollecita, del suo Padre putativo, e certo non vi fu alunno in qualsivoglia regione del mondo che appagasse di sì splendidi risultati l'opera del suo maestro ed educatore; era infatti Gesù un principe divino che S. Giuseppe preparava e ammaestrava per il trono più grande che mai sia stato sulla terra ed in cielo. Se perciò i saggi educatori vogliono che sia fecondata di frutti preziosi la loro missione, ricorrano S. Giuseppe e mettano in lui tutta la loro confidenza; senza il suo aiuto le diligenze dell'uomo riescono a nulla. Egli ottiene ai maestri ed educatori la sapienza, la prudenza, la forza persuasiva, e l'opportuno impiego dei mezzi che conducono al fine desiderato; agli alunni ottiene poi la docilità e l'umiltà indispensabili a profittare, l'intelligenza per apprendere, la buona volontà, la costanza, la forza necessaria a superare gli ostacoli che si oppongono al profitto, e infine la riconoscenza verso chi si adopera per il loro spirituale vantaggio. Non è però il profitto sempre immediato; Dio vuole il più spesso che sia il risultato di un lavoro lungo e paziente, perché l'educatore abbia il suo merito, e nel tempo stesso abbia l'occasione di umiliarsi riconoscendo la propria incapacità a compiere l'arduo suo ministero. La protezione di San Giuseppe, quando non è demeritata con colpevole negligenza, ma è umilmente implorata, si farà sentire al tempo opportuno, e bene spesso una morte cristiana, dopo una vita sconcertata e mondana, è il frutto tardivo ma consolante dei buoni semi gettati nel cuore del fanciullo e coltivati nella devozione sincera a Maria Vergine e a S. Giuseppe. Quanti ostacoli si oppongono alla missione educatrice! Quante cause congiurano a renderla sterile e a pervertire i nostri giovani! Dovrai lottare prima per vincere i loro caratteri difficili, alteri e riottosi, la leggerezza, la volubilità, l'orgoglio puerile e la sconoscenza; poi contro il mondo che li circonda e li assale, che oppone i cattivi compagni, i divertimenti pericolosi, le lusinghe del piacere, la propaganda del male, la stampa iniqua, l'azione demolitrice dell'istruzione laica, la guerra dichiarata al catechismo; ed ancora contro la noncuranza e talora anche gli scandali di molti genitori o indifferenti o malvagi. Tuttavia nulla ti sgomenti, non cedere le armi, non patteggiare con il nemico; tu, se lo vuoi, sei più forte dell'empietà e la vittoria è certa nelle tue mani a queste due condizioni: la prima che tu sii umile, riconoscendoti indegno ed incapace per un tanto ministero; perché come agli umili Dio dà la grazia dell'eterna mercede, così pure agli umili dà la grazia, negata ai superbi laicizzatori, di ben istruire e di saggiamente educare; è solamente con il farti piccolo al pari dei tuoi alunni che riuscirai ad acquistarli a Gesù Cristo. Accetta per umiltà qualunque ufficio, anche il più abbietto nel campo dell'educazione, e ubbidisci tu stesso per primo se vuoi i ragazzi arrendevoli, docili ed ubbidienti. La seconda condizione è che tu metta ogni tua confidenza in Dio, che solo ha nelle sue mani il cuore dei giovani, e può ritrarli dai pericoli del vizio e soavemente dirigerli alla virtù; prega per essi con perseveranza senza perderti di coraggio fino a raggiungere il tuo scopo. Poiché S. Giuseppe è dato da Dio patrono dell'educazione, a lui ricorri in ogni bisogno, e vedendo che i flutti del mondo subissano la nostra povera nave, alza al glorioso Patriarca supplichevoli le mani gridando: Salvaci, siamo perduti! (Matt. 8, 25), dicendogli anzi con l'amichevole confidenza che gli Apostoli avevano nel divin Maestro: A te non importa che vadano in perdizione tanti cari giovani? 

 

PREGHIERA PER TUTTO IL MESE DI GIUGNO

 

O San Giuseppe con te, per tua intercessione noi benediciamo il Signore. Egli ti ha scelto tra tutti gli uomini per essere il casto sposo di Maria e il padre putativo di Gesù. Tu hai vegliato continuamente, con affettuosa attenzione la Madre e il Bambino per dare sicurezza alla loro vita e permettere di adempiere la loro missione. Il Figlio di Dio ha accettato di sottoporsi a te come a un padre, durante il tempo della sua infanzia e adolescenza e di ricevere da te gli insegnamenti per la sua vita di uomo. Ora tu ti trovi accanto a Lui. Continua a proteggere la Chiesa tutta. Ricordati delle famiglie, dei giovani e specialmente di quelli bisognosi; per tua intercessione essi accetteranno lo sguardo materno di Maria e la mano di Gesù che li aiuta. Amen.

 

FIORETTO: — Recita sette Pater o almeno sette Gloria Patri ad onore delle allegrezze di S. Giuseppe.

 

 

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