.

.

Cappellina Home  

 

UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

15° Luglio

AMORE DI GIUSEPPE PER GESÙ.

 

Dopo l'Augusta Maria, che la Chiesa chiama Madre del bell' amore, nessun santo potè amare Gesù quanto san Giuseppe. Se questo beato patriarca amava un figlio nella persona del Salvatore, questo figlio era un Dio, e conseguentemente un figlio infinitamente amabile. Ciò che circoscrive l'amore degli altri uomini è il ripartirlo che si fa tra il creatore e la creatura. La molteplicità degli oggetti dividendo il cuore, divide ad un tempo stesso e snerva le loro affezioni. Non si può ardere di amor divino senza che l'amor naturale si raffreddi, e l'amor del mondo non può accendersi senza che quello del cielo si spenga. Giuseppe nulla ha da temere di ciò; in lui l'amore naturale e l'amore divino, l'amore del suo figlio e l'amore del suo Dio non hanno che lo stesso oggetto. In lui, la natura e la grazia anzichè dividere le loro affezioni, le riuniscono e maggiormente le infiammano. In lui la sollecitudine è un fervore di pietà: tutti i suoi pensieri sono santi; se teme, egli è per la persona di Gesù ; se desidera, egli è per sovvenire ai bisogni del figliuolo; se soffre, egli è per il dolore di vederlo soffrire. Le domande che gli fa sono preghiere, gli uffici che gli presta sono sacrifici. Padre fortunato che potè riunire le delizie del cielo con quelle della terra! Fortunato che potè amare sommamente il figliuolo senz' amarlo di soverchio! Qual figliuolo, gran Dio! qual divin figliuolo! Giuseppe e Beniamino, frutti preziosi dell'amabile Rachele, furono ora la delizia ora il dolore dei loro genitori, piacque a Dio di toglier loro o ridonare ciò che amavano un po' troppo; la bellezza di Assalonne costò cara a Davide; Salomone non si ebbe sempre le tenerezze di sua madre; ma il vostro figliuolo, o felice Giuseppe, più desiderato d'Isacco, più caro di Beniamino, più leggiadro di Assalonne, più saggio di Salomone, meritò infinitamente il vostro amore. La Provvidenza vi fece nascere dai medesimi avi, onore che aveste comune con qualche apostolo; a voi era serbato di dover essere il suo più prossimo congiunto, come casto sposo della sua divina madre, suo tutore, suo maestro, di portare il nome, di avere il diritto di esercitare gli uffizi di padre, di formare la terrena sua nobiltà. Per mezzo vostro egli fu riconosciuto quale figliuolo di Davide ed erede della sua corona; il Padre eterno per la generazione da tutta la eternità, Maria per la sua generazione nel tempo, e voi per una specie di generazione legale e civile in virtù dell' angelica vostra unione con la Regina dei vergini. 

 

O Serafino d'amore, glorioso S. Giuseppe, voi siete ammirabile in tutte le virtù, ma nell'amore di Gesù siete incomparabile! Quali fiamme di carità non si dovettero accendere nel vostro cuore nel pensare sempre a Gesù, vederlo faticare, e parlare sempre con lui. Voi fortunato che sapeste così bene approfittare della conversazione con questo adorabile divin Figliuolo. Io vorrei pure infiammarmi d'amore per Gesù: ma sento il cuore freddo e indifferente verso chi dovrebbe essere l'oggetto unico del mio amore. Deh! voi che lo portaste così spesso fra le braccia, che aveste la gioia ineffabile di avvicinare le vostre labbra alle sue e di stringervelo tante volte al seno; impetratemi che il mio cuore si accenda d' amore per lui, soprattutto quando egli entra nell'anima mia nella SS. Comunione. Io confido in voi: e spero che voi mi otterrete questa grazia: giacchè nulla ora vi nega in cielo, chi si degnò di stare a voi sommesso qui in terra.

 

FIORETTO. Proponete di ascoltare almeno tutti i mercoledì la s. messa in onore di S. Giuseppe.

 

Due grazie di S. Giuseppe.
Si legge nel Devoto di S. Giuseppe (Anno III Fasc. I): «Una maestra di un Istituto d'educazione si doleva, sebbene avesse poco oltre i 20 anni, di divenire sorda affatto e piangeva per il pericolo di esser cacciata come inutile dall'Istituto stesso. Rinnovando la fiducia in S. Giuseppe, intraprese una novena al Santo; nel corso d'essa sente come un rombo nell'orecchio, n'usciva alquanta bambagia e si conobbe guarita da quella parte. Ma nell'altro orecchio continuava la sordità; comincia una seconda novena, si ripete lo stesso dall'altra volta, si sente guarita e ringrazia S.Giuseppe del favore ottenuto.

 

«In un monastero di Religiose Giuseppine, la vice-madre prese con sè due religiose s'accinge a staccare dal muro un gran quadro rappresentante la S. Famiglia per collocarlo non so dove. Una delle due religiose, poggiata una scala sale, stacca il quadro, ma appena staccato essa perde l'equilibrio, cade con il capo indietro, batte di qua, di là sulle panche e contorcendosi della persona si trova a terra sotto una tavola. Le altre due religiose, alla caduta, al frastuono, ai replicati colpi credevano la compagna morta od almeno gravemente offesa. L'alzano, la interrogano, appena si trova una leggera scalfittura, un male di poche ore. La vice-madre veduta la religiosa cadere, a gran voce aveva esclamato: s. Giuseppe aiutateci! e la grazia su pronta come l'invocazione. Viva sempre s. Giuseppe in tutti i cuori!»

 

Oggi hai fatto il fioretto? scrivi il tuo nome e offri una rosa CLICCA QUI

 

 

il Chiostro: indice meditazioni