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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

24° Settembre

RITORNO A NAZARET.

 

Atto della presenza di Dio ecc. come il primo giorno.

 

Rappresentati la santa casa di Nazaret.

 

Appena Giuseppe rientrò in Giudea, seppe che Archelao figlio del vecchio Erode vi regnava, e già andava assai sulle tracce di suo padre nella tirannia. Forse San Giuseppe aveva l'idea di stabilirsi a Betlemme, sua patria e di Gesù; perciò sbigottì, e pregò Iddio a volerlo illuminare sul da farsi. Allora gli comparve in sogno un Angelo e gli disse di tornare a Nazaret. Giuseppe ringraziò Iddio, e subito il giorno appresso, schivando Gerusalemme, se ne andò dritto con la sua famiglia in Galilea, Il P. Cochem e la Emmerich dicono che al loro arrivo a Nazaret, trovarono ancora in vita Sant'Anna, la quale (come il patriarca Giacobbe, quando seppe che suo figlio Giuseppe viveva ancora), parve risvegliarsi da un profondo sonno, e con una gioia inesplicabile, li chiamò mille e mille volte benvenuti. Quindi rientrarono nella loro casetta, che trovarono in buono stato, per cura di Sant'Anna; San Giuseppe mise subito in ordine i suoi utensili da falegname, e ciò che dai suoi lavori, sottomessa però sempre in ogni cosa al suo Sposo, come lo era anche in tutto Gesù. Oh l'umiltà e l'obbedienza di Gesù nella sua vita nascosta sono esempi così grandi! Egli serviva e aiutava i suoi genitori in tutto ció che poteva, secondo le forze dell'età. Quando San Giuseppe era obbligato a permettere al Bambino che gli facesse qualche servizio (soprattutto le prime volte), gli occhi del buon Padre si riempivano di lacrime, dicendo a sè stesso: «O miserabile che sono! mi dovrei vergognare di farmi servire dal mio Dio!» ma pure soggiungeva: «che cosa mai potremmo fare noi, senza il suo aiuto?» — Sebbene il Sanlo Patriarca sentisse un amore sensibile, più che paterno, per l'amabilissimo Bambino, e lo trattasse con molto più affetto che un padre il suo figlio, questa familiarità non oltrepassava mai i limiti del rispetto il più profondo, che portava all'Uomo-Dio. Il P. Cochem dice che un giorno, mentre Santa Matilde stava pensando fra sè, se Gesù, tornato dall'Egitto, avrà trattato o no con parenti o amici, questi le rispose: «perchè credi tu che il Vangelo dica: «essi lo cercarono fra gli amici e i conoscenti», se non perchè io stavo qualche volta con loro?» – San Dionigi Areopagita soggiunge anzi, che i ragazzi di Nazaret chiamavano Gesù la soavità: e quando parlavano fra loro, e non erano d'accordo, dicevano: «andiamo dalla soavità» - tanto lo stimavano e veneravano tutti! Si può quindi immaginare che amore ardeva nel cuore di San Giuseppe per così amabile Pargoletto. Però anche questa consolazione era disturbata da pene sensibili. La spada che Simeone aveva predetta trapasserebbe il Cuor di Maria, feriva sovente anche il cuore di San Giuseppe. Molte volte, guardando la Madre e il Figlio, sospirava, e calde lacrime gli scorrevano per le gote. Il Bambino (dice l'Agreda) dormiva sul duro, e quando Maria o Giuseppe gli offrivano un letto più comodo, lo ricusava, dicendo loro «che il letto della Croce e il patire in questa vita mortale erano gli unici suoi conforti». Queste parole ferivano il cuore di San Giuseppe, che sapeva dalle Profezie, quale strazio terribile sarebbe la passione del Messia; e se Iddio benedetto non gli avesse fatto dimenticare talvolta questi futuri patimenti di Gesù, Giuseppe avrebbe perduta dal piangere la forza necessaria per lavorare. Però il suo dolore era rassegnatissimo, aumentando sempre più i suoi gran meriti, e insieme l'amore che portava a Gesù e Maria. Così alternavano anche nella Sacra Famiglia le pene e le gioie. La santa Chiesa offre a noi pure nel decorso dell'anno, misteri dolorosi e gaudiosi della vita di Nostro Signore Gesù Cristo da meditare. Che perdita faremmo noi se per freddezza lasciassimo passare tempi così preziosi per la nostra salute, senza cavarne frutto! Grande è il guadagno, che fa un'anima quando attinge a queste fonti di celesti grazie, e si unisce incessantemente con la preghiera allo spirito della Chiesa, che la fa vivere in tal modo sempre con Gesù. Vi sono purtroppo molti, che visitano bensì le chiese, ma non penetrano nello spirito dei diversi misteri che vi si celebrano: questi finiscono per annoiarsi ed intiepidirsi. Quanto più invece accompagneremo l'anno ecclesiastico, tante più grazie otterremo da Dio.

 

MASSIMA. - L'amore per il Cuor di Gesù è un fuoco, che deve essere mantenuto con le legna della meditazione della vita di Gesù Cristo.

 

GIACULATORIA. - Datemi, o San Giuseppe, una scintilla del vostro amore per Gesù e Maria, affinchè il mio cuore ne bruci, e vi consumi tutto l'amor proprio.

 

ORAZIONE. - O caro San Giuseppe, che non davate passo, che non fosse per Gesù e Maria; deh! ottenetemi un'unione costante di mente e di cuore con il Cuor SS. di Gesù. Che senta le offese ch’Egli riceve, al di sopra di qualunque male del mondo. Che tutta la mia gioia consista nel vederlo glorificato, e nella santificazione delle anime. E che a me stesso pensi solo per rendermi accetto in ogni cosa al Signore. Anche le pene per le persone care, voglio moderarle, affinchè non m’inducano a lamentarmi delle sempre adorabili disposizioni del mio buon Dio, volendo essere una cosa sola nel volere con Gesù ora, e per tutta l'eternità.

 

FIORETTO. - Cerca di propagare la devozione alla Sacra Famiglia, regalando libretti, immagini, o medaglie.

 

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