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UN ANNO CON SAN GIUSEPPE

21° Dicembre

Il cuore di s. Giuseppe cooperò a rendere compito il suo gaudio con il mantenersi sempre puro ed innocente.

 

Perché il gaudio e l'allegrezza del cuore proveniente dal possedimento dell'oggetto amato, ossia del sommo bene, sia spirituale, vivo, penetrante, è necessario che tre cose vi concorrano quali andremo sviluppando in tre diverse riflessioni. La prima è che il cuore sia del tutto mondo, netto e purificato, perchè come una lingua sparsa di bile non gusterà mai con piacere un cibo per delicato che sia, così un cuore macchiato non sarà mai nel caso di gustare le delizie del cielo. E tale fu appunto il cuore di Giuseppe, purissimo cioè ed innocentissimo. Questo gran Santo, al dir di Ruperto Abate, non solamente ebbe orrore estremo del peccato grave, ma dell'ombra stessa delle piccole colpe, fino a volere abbandonare la santissima Vergine per timore che dimorando con lei durante la sua gravidanza, della quale non aveva ancora conosciuto il mistero, non avesse a macchiare la coscienza con qualche trasgressione della legge. Egli fino all'estrema sua vecchiaia non mancò mai di osservare tutti i punti che aveva prescritti Iddio per mezzo di Mosè con esattezza degna del padre di Colui che venuto era dal cielo in terra per osservar la legge, non per violarla. Si sottopose inoltre a tutte le verità della fede di Gesù Cristo, e senza l'Evangelo non mancò di osservarne i consigli che ai nostri costumi possono dare una intera perfezione, tal che al dire di Simon di Cassia, egli unì nella sua persona un eccellente discepolo di Mosè, un perfettissimo cristiano ed un uomo veramente spirituale. Ma per esser meglio persuasi di questa verità, esaminiamo la lontananza presso che infinita del suo cuore da ogni sorta di colpa. L'antico patriarca Giuseppe nella cui persona la grazia operava mirabilmente, dovendo egli rappresentare in figura quale doveva essere un giorno il Giuseppe del Vangelo, si trovò in una terribile occasione di peccare su istigazione della sua malvagia padrona, ma tosto rispose franco e risoluto: E come è mai possibile che io commetta questo male e peccare contro il mio Dio?. Da queste parole si rileva che era egli così stretto e legato al suo Dio per i tanti favori e grazie che aveva da lui ricevute, che si trovava come in stato di non poterlo offendere, ed in necessità di essergli fedele. Se tale era la figura, quale doveva essere il figurato? Penetrato dai lumi della più viva fede che scopre la bontà, la santità e l'amabilità di Dio, e l'obbligo che abbiamo di servirlo e di amarlo, e quanto orribile e spaventosa è anche la minima offesa che si fa a Dio, si sentiva tutto eccitato ad amarlo, a servirlo ed a guardarsi dal più piccolo difetto. Oltre a ciò era egli fortificato dalla dolce presenza di Gesù e di Maria che lo mettevano come nell'impossibilità di opporsi alla divina volontà, ed essendo in così stretta relazione con persone impeccabili l'una per natura, l'altra per grazia, doveva anch'egli essere come impeccabile, non sembrando cosa conveniente che una stella errante presiedesse al moto di quei due astri bellissimi, Gesù e Maria, nei quali non era macchia ne moto alcuno men che regolato. La sua mente, al dir del Grisostomo, non fu mai dalla più piccola corruzione violata: l'anima sua fu totalmente irreprensibile, meritamente chiamato dai Greci cattolici nei loro inni tutto santo; ch'è quanto dire i suoi pensieri, gli affetti, le opere e le parole, furono sante ed egli fu in tutte le cose santo, meravigliosamente disposto a gustare le consolazioni del cielo. Apprendiamo da s. Giuseppe a vivere sempre immuni da ogni colpa non solo mortale, ma anche veniale, non già di fragilità ma di malizia, ossia commessa con deliberata volontà, se vogliamo renderci capaci delle divine consolazioni. Ogni colpa, sia essa grave o leggera, porta all'anima o al corpo qualche, sebbene misera e momentanea, soddisfazione e piacere. Ora com'è possibile che Iddio partecipi a queste anime ingrate il dono del gaudio celeste, mentre sono preoccupate dai peccaminosi piaceri? Com'è possibile che goda consolazione e pace chi resiste a Dio e continuamente si oppone alla divina volontà? Deh! viviamo sempre a Dio unite, o anime devote, purifichiamo spesso la nostra coscienza da ogni macchia con il pentimento e con la confessione Sacramentale, e saremo ammessi a gustare il gaudio del Signore.

 

Giaculatoria

O Giuseppe santo, che trafitto dal dolore, unitamente alla vostra Vergine sposa, cercaste per tre giorni Gesù, pregate per noi.

 

Affetti.
Mio divin Salvatore Gesù, io adoro la vostra condotta nella prova terribile alla quale assoggettaste la vostra santissima Madre ed il vostro padre putativo separandovi da essi per lo spazio di tre giorni; e vi scongiuro di non abbandonarmi mai, inspirandomi un vivo orrore al peccato, che vi obbliga ad abbandonare chi lo commette. O Maria, o Giuseppe, voi perdeste senza vostra colpa il caro oggetto dell'amor vostro, ma quante volte io l'ho perduto per colpa mia! Deh! che io non abbia più ad incorrere in così gran disgrazia, ed incorrendola per mala mia sorte, ottenetemi di cercarlo con ogni premura e perseveranza, finchè non mi sia dato di ritrovarlo e di riconciliarmi con lui con una sincera penitenza. Trovatolo ch'io l'avrò nel tempo, e tenutolo sempre stretto al mio cuore, possa io venirlo a godere con Voi lassù nel cielo.

 

ORAZIONE

A te, o Beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione, ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio, dopo quello della tua santissima sposa. Per, quel sacro vincolo di carità, che ti strinse all'Immacolata Vergine Maria, Madre di Dio, e per l'amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, riguarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo Sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni. Proteggi, o provvido custode della divina Famiglia, l'eletta prole di Gesù Cristo: allontana da noi, gli errori e i vizi, che ammorbano il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta col potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù,così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità; e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché a tuo esempio e mediante il tuo soccorso, possiamo virtuosamente vivere, piamente morire e conseguire l'eterna beatitudine in cielo. Amen. (Leone XIII)

 

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