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SANTO ROSARIO MEDITATO
CON PAPA BENEDETTO XVI

 

Indice dei Rosari Meditati

 

Recita online il Rosario Meditato

 

 

Misteri della Gioia lunedì e sabato 

 

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo Amen 

O Dio, vieni a salvarmi Signore, vieni presto in mio aiuto 

Gloria al Padre al Figlio . . . 

Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia. 

 

Nel primo Mistero della Gioia contempliamo l’annuncio dell’Angelo a Maria 

Dal Vangelo secondo Luca (1, 31-33) 

L’angelo disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, tu concepirai nel grembo e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre; e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il suo regno non avrà mai fine». 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

Celebrando l’Incarnazione del Figlio non possiamo, pertanto, non onorare la Madre. A Lei fu rivolto l’annuncio angelico; Ella lo accolse e, quando dal profondo del cuore rispose: "Eccomi … avvenga di me secondo la tua parola" (Lc 1,38), in quel momento il Verbo eterno incominciò ad esistere come essere umano nel tempo. Di generazione in generazione resta vivo lo stupore per questo ineffabile mistero. Sant’Agostino, immaginando di rivolgersi all’Angelo dell’Annunciazione, domanda: "Dimmi, o Angelo, perché è avvenuto questo in Maria?". La risposta, dice il Messaggero, è contenuta nelle parole stesse del saluto: "Ave, o piena di grazia" (cfr Sermo 291,6). Di fatto, l’Angelo, "entrando da Lei", non la chiama con il nome terreno, Maria, ma col suo nome divino, così come Dio da sempre la vede e la qualifica: "Piena di grazia – gratia plena", "piena di grazia", e la grazia è nient'altro che l'amore di Dio, così potremmo alla fine tradurre questa parola: "amata" da Dio (cfr Lc 1,28). (Benedetto XVI - Omelia, Solennità dell'Annunciazione, 25.3.2006)

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

 

Nel secondo Mistero della Gioia contempliamo la visita di Maria a sua cugina Elisabetta 

Dal Vangelo secondo Luca (1, 39-45) 

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta nella regione montuosa, in una città di Giuda, ed entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel grembo; ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo, e ad alta voce esclamò: «Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno! Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me? Poiché ecco, non appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, per la gioia il bambino mi è balzato nel grembo. Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da parte del Signore avrà compimento». 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

Vogliamo contemplare Maria Santissima nel mistero della sua Visitazione. Nella Vergine Maria che va a visitare la parente Elisabetta riconosciamo l’esempio più limpido e il significato più vero del nostro cammino di credenti e del cammino della Chiesa stessa. La Chiesa è per sua natura missionaria, è chiamata ad annunciare il Vangelo dappertutto e sempre, a trasmettere la fede ad ogni uomo e donna, e in ogni cultura. (..) La carità di Maria, però, non si ferma all’aiuto concreto, ma raggiunge il suo vertice nel donare Gesù stesso, nel “farlo incontrare”. È ancora san Luca a sottolinearlo: «Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo» (Lc 1,41). Siamo così al cuore e al culmine della missione evangelizzatrice. Siamo al significato più vero e allo scopo più genuino di ogni cammino missionario: donare agli uomini il Vangelo vivente e personale, che è lo stesso Signore Gesù. (Benedetto XVI - Discorso chiusura mese mariano 31.5.2010) 

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

 

Nel terzo Mistero della Gioia contempliamo la nascita di Gesù a Betlemme 

Dal Vangelo secondo Luca (2, 10-14) 

L’angelo disse: «Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama». 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

Abbiamo appena ascoltato nel Vangelo la parola che gli Angeli, nella Notte santa, hanno detto ai pastori e che ora la Chiesa grida a noi: "Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia (Lc 2,11s). Niente di meraviglioso, niente di straordinario, niente di magnifico viene dato come segno ai pastori. Vedranno soltanto un bambino avvolto in fasce che, come tutti i bambini, ha bisogno delle cure materne; un bambino che è nato in una stalla e perciò giace non in una culla, ma in una mangiatoia. (..) Il segno di Dio è la semplicità. Il segno di Dio è il bambino. Il segno di Dio è che Egli si fa piccolo per noi. È questo il suo modo di regnare... Il Figlio stesso è la Parola, il Logos; la Parola eterna si è fatta piccola – così piccola da entrare in una mangiatoia. Si è fatta bambino, affinché la Parola diventi per noi afferrabile. (Benedetto XVI - Omelia Vigilia Notte Santa Natale 24.12.2006)

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

 

Nel quarto Mistero della Gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio 

Dal Vangelo secondo Luca (2, 22; 25-28; 33-36; 38) 

Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore. Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d’Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia. Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge, lo prese tra le braccia e benedisse Dio. Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima». C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

La prima persona che si associa a Cristo sulla via dell'obbedienza, della fede provata e del dolore condiviso è sua madre Maria. Il testo evangelico ce la mostra nell'atto di offrire il Figlio: un'offerta incondizionata che la coinvolge in prima persona: Maria è Madre di Colui che è "gloria del suo popolo Israele" e "luce per illuminare le genti", ma anche "segno di contraddizione". E lei stessa, nella sua anima immacolata, dovrà essere trafitta dalla spada del dolore, mostrando così che il suo ruolo nella storia della salvezza non si esaurisce nel mistero dell'Incarnazione, ma si completa nell'amorosa e dolorosa partecipazione alla morte e alla risurrezione del Figlio suo. Portando il Figlio a Gerusalemme, la Vergine Madre lo offre a Dio come vero Agnello che toglie i peccati del mondo; lo porge a Simeone e ad Anna quale annuncio di redenzione; lo presenta a tutti come luce per un cammino sicuro sulla via della verità e dell'amore. (Benedetto XVI - Omelia Presentazione di Gesù al Tempio 2.2.2006)

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

 

Nel quinto Mistero della Gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù nel tempio

 Dal Vangelo secondo Luca (2, 41-50) 

I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l’usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole. 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

L’amato Papa Giovanni Paolo II, che era molto devoto di san Giuseppe, ci ha lasciato una mirabile meditazione a lui dedicata nell’Esortazione apostolica Redemptoris Custos, "Custode del Redentore". Tra i molti aspetti che pone in luce, un accento particolare dedica al silenzio di san Giuseppe. Il suo è un silenzio permeato di contemplazione del mistero di Dio, in atteggiamento di totale disponibilità ai voleri divini. In altre parole, il silenzio di san Giuseppe non manifesta un vuoto interiore, ma, al contrario, la pienezza di fede che egli porta nel cuore, e che guida ogni suo pensiero ed ogni sua azione. Un silenzio grazie al quale Giuseppe, all’unisono con Maria, custodisce la Parola di Dio, conosciuta attraverso le Sacre Scritture, confrontandola continuamente con gli avvenimenti della vita di Gesù; un silenzio intessuto di preghiera costante, preghiera di benedizione del Signore, di adorazione della sua santa volontà e di affidamento senza riserve alla sua provvidenza. (..) Lasciamoci "contagiare" dal silenzio di san Giuseppe! Ne abbiamo tanto bisogno, in un mondo spesso troppo rumoroso, che non favorisce il raccoglimento e l’ascolto della voce di Dio. (Benedetto XVI - Angelus 18.12.2005 ) 

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

Salve, Regina . . . 

Litanie alla Regina del Santo Rosario

 

 

 Misteri della Luce Giovedì 

 

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo Amen 

O Dio, vieni a salvarmi Signore, vieni presto in mio aiuto 

Gloria al Padre al Figlio . . . 

Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia. 

 

Nel primo Mistero della Luce contempliamo il Battesimo di Gesù nel Giordano 

Dal Vangelo secondo Matteo (3, 13-17) 

In quel tempo Gesù dalla Galilea andò al Giordano da Giovanni per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me?». Ma Gesù gli disse: «Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia». Allora Giovanni acconsentì. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire su di lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto». 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

Ecco, cari fratelli, il mistero del Battesimo: Dio ha voluto salvarci andando lui stesso fino in fondo all’abisso della morte, perché ogni uomo, anche chi è caduto tanto in basso da non vedere più il cielo, possa trovare la mano di Dio a cui aggrapparsi e risalire dalle tenebre a rivedere la luce per la quale egli è fatto. Tutti sentiamo, tutti percepiamo interiormente che la nostra esistenza è un desiderio di vita che invoca una pienezza, una salvezza. Questa pienezza di vita ci viene data nel Battesimo. (..) Quello di Gesù fu un battesimo diverso da quello che questi bambini stanno per ricevere, ma non privo di un profondo rapporto con esso. (..) Narra l’evangelista che, quando Gesù uscì dall’acqua, scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza di colomba, mentre la voce del Padre dal cielo lo proclamava "Figlio prediletto" (Mt 3,17). Fin da quel momento dunque Gesù fu rivelato come Colui che è venuto a battezzare l’umanità nello Spirito Santo: è venuto a portare agli uomini la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10), la vita eterna, che risuscita l’essere umano e lo guarisce interamente, corpo e spirito, restituendolo al progetto originario per il quale è stato creato. (Benedetto XVI - Omelia Messa Battesimo di Gesù 13.1.2008)

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

 

Nel secondo Mistero della Luce contempliamo Gesù alle nozze di Cana 

Dal Vangelo secondo Giovanni (2, 1-10) 

Ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno più vino». E Gesù rispose: «Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora». La madre dice ai servi: «Fate quello che vi dirà». Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le giare»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono. E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono». 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

Maria rivolge al suo Figlio una richiesta in favore degli amici che si trovano in difficoltà... E così, nel dialogo con Gesù, la vediamo realmente come Madre che chiede, che intercede. (..) Ora gli sposi si trovano in difficoltà, e Maria semplicemente lo dice a Gesù. Non chiede una cosa precisa, e ancor meno che Gesù eserciti il suo potere, compia un miracolo, produca del vino. Semplicemente affida la cosa a Gesù e lascia a Lui la decisione su come reagire. Vediamo così nelle semplici parole della Madre di Gesù due cose: da una parte, la sua sollecitudine affettuosa per gli uomini, l'attenzione materna con cui avverte l'altrui situazione difficile; dall'altra vediamo anche la sua bontà cordiale e la sua disponibilità ad aiutare. (..) Santa Madre di Dio, prega per noi, come a Cana hai pregato per gli sposi! Guidaci verso Gesù – sempre di nuovo! Amen! (Benedetto XVI - Omelia al Santuario di Altötting 11.9.2006) 

 

1 Padre nostro – 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

 

Nel terzo Mistero della Luce contempliamo l’annuncio del Regno di Dio e l’invito alla conversione 

Dal Vangelo secondo Marco (1, 9-15) 

In quei giorni Gesù venne da Nazareth di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, uscendo dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E si sentì una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio prediletto, in te mi sono compiaciuto». Subito dopo lo Spirito lo sospinse nel deserto e vi rimase quaranta giorni, tentato da satana; stava con le fiere e gli angeli lo servivano. Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo». 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

Maria ci invita a dire anche noi questo “sì” che appare a volte così difficile. Siamo tentati di preferire la nostra volontà, ma Ella ci dice: “Abbi coraggio, dì anche tu: ‘Sia fatta la tua volontà’, perché questa volontà è buona. Inizialmente può apparire come un peso quasi insopportabile, un giogo che non è possibile portare; ma in realtà non è un peso la volontà di Dio, la volontà di Dio ci dona ali per volare in alto, e cosi possiamo osare con Maria anche noi di aprire a Dio la porta della nostra vita, le porte di questo mondo, dicendo “sì” alla Sua volontà, nella consapevolezza che questa volontà è il vero bene e ci guida alla vera felicità. (Benedetto XVI - Omelia Parrocchia S.Maria Consolatrice 18.12.2005) 

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

 

Nel quarto Mistero della Luce contempliamo la trasfigurazione di Gesù sul Monte Tabor 

Dal Vangelo secondo Luca (9, 29-36) 

E, mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano della sua dipartita che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia restarono svegli e videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui. Facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli non sapeva quel che diceva. Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; all’entrare in quella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo». Appena la voce cessò, Gesù restò solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto. 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

I Magi adorarono il Bambino di Betlemme, riconoscendo in Lui il Messia promesso, il Figlio unigenito del Padre, in cui, come afferma san Paolo, "abita corporalmente tutta la pienezza della divinità" (Col 2,9). Analoga esperienza, in un certo senso, è quella dei discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni ai quali Gesù sul monte Tabor rivelò la sua gloria divina, preannunciando la definitiva vittoria sulla morte. Con la Pasqua, poi, Cristo Crocifisso e Risorto manifesterà appieno la sua divinità, offrendo a tutti gli uomini il dono del suo amore redentore. I Santi sono coloro che hanno accolto questo dono e sono diventati veri adoratori del Dio vivente, amandolo senza riserve in ogni momento della loro vita. (..) Chi più di Maria ci può accompagnare in questo esigente itinerario di santità? Chi più di Lei ci può insegnare ad adorare Cristo? Sia Lei ad aiutare specialmente le nuove generazioni a riconoscere in Cristo il vero volto di Dio, ad adorarlo, amarlo e servirlo con totale dedizione. (Benedetto XVI - Angelus 7.8.2005) 

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

 

Nel quinto Mistero della Luce contempliamo l’istituzione dell’Eucarestia 

Dal Vangelo secondo Matteo (26, 26-29) 

Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio». 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

 L'Eucaristia, dunque, è costitutiva dell'essere e dell'agire della Chiesa. Per questo l'antichità cristiana designava con le stesse parole Corpus Christi il Corpo nato dalla Vergine Maria, il Corpo eucaristico e il Corpo ecclesiale di Cristo. Questo dato ben presente nella tradizione ci aiuta ad accrescere in noi la consapevolezza dell'inseparabilità tra Cristo e la Chiesa. Il Signore Gesù, offrendo se stesso in sacrificio per noi, ha efficacemente preannunciato nel suo dono il mistero della Chiesa. (..) Giova molto ai fedeli richiamare quegli elementi che, all'interno del rito della santa Messa, esplicitano la coscienza del proprio peccato e, contemporaneamente, della misericordia di Dio. Inoltre, la relazione tra Eucaristia e Riconciliazione ci ricorda che il peccato non è mai una realtà esclusivamente individuale; esso comporta sempre anche una ferita all'interno della comunione ecclesiale, nella quale siamo inseriti grazie al Battesimo. Per questo la Riconciliazione, come dicevano i Padri della Chiesa, è laboriosus quidam baptismus (la natura laboriosa del battesimo), sottolineando in tal modo che l'esito del cammino di conversione è anche il ristabilimento della piena comunione ecclesiale, che si esprime nel riaccostarsi all'Eucaristia. (Benedetto XVI - Esortazione Apostolica Sacramentum Caritatis)

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

Salve, Regina . . . 

Litanie alla Regina del Santo Rosario

 

 

Misteri del dolore Martedì e Venerdì 

 

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo Amen 

O Dio, vieni a salvarmi Signore, vieni presto in mio aiuto 

Gloria al Padre al Figlio . . . 

Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia. 

 

Nel primo Mistero del Dolore contempliamo Gesù che prega nell’Orto degli ulivi 

Dal Vangelo secondo Marco (14, 32-36) 

Giunsero intanto a un podere chiamato Getsemani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Gesù disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po’ innanzi, si gettò a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell’ora. E diceva: «Abbà, Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice! Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi tu». 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

Gesù ci insegna che l'uomo che si volge verso Dio non diventa più piccolo, ma più grande, perché grazie la Padre e insieme con Lui diventa grande, diventa divino, diventa veramente se stesso. Più l'uomo è vicino a Dio, più vicino è agli uomini. Lo vediamo in Maria. (..) Come Madre che compatisce, Maria è la figura anticipata e il ritratto permanente del Figlio. E così vediamo che anche l'immagine dell'Addolorata, della Madre che condivide la sofferenza e l'amore, è una vera immagine dell'Immacolata. Il suo cuore, mediante l'essere e il sentire insieme con Dio, si è allargato. In lei la bontà di Dio si è avvicinata e si avvicina molto a noi. Così Maria sta davanti a noi come segno di consolazione, di incoraggiamento, di speranza. Ella si rivolge a noi dicendo: "Abbi il coraggio di osare con Dio! Provaci! Non aver paura di Lui! Abbi il coraggio di rischiare con la fede! Abbi il coraggio di rischiare con la bontà! Abbi il coraggio di rischiare con il cuore puro! Compromettiti con Dio, allora vedrai che proprio con ciò la tua vita diventa ampia ed illuminata, non noiosa, ma piena di infinite sorprese, perché la bontà infinita di Dio non si esaurisce mai!". (Benedetto XVI - Omelia per il 40° anno chiusura del Concilio 8.12.2005) 

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

 

Nel secondo Mistero del Dolore contempliamo la flagellazione di Gesù 

Dal Vangelo secondo Matteo (27, 24-26) 

Pilato quando vide che non poteva fare niente e che anzi la gente si agitava sempre di più, fece portare un po’ d’acqua, si lavò le mani davanti alla folla e disse: “Sono affari vostri!” Tutta la gente rispose: “Il sangue suo ricada su di noi e sui nostri figli!” Allora Pilato lasciò libero Barabba, fece frustare a sangue Gesù, poi lo consegnò ai soldati per farlo crocifiggere. 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

Cari amici, la vera imitazione di Cristo è l’amore, che alcuni scrittori cristiani hanno definito il «martirio segreto». A tale proposito san Clemente di Alessandria scrive: «Coloro che mettono in pratica i comandamenti del Signore gli rendono testimonianza in ogni azione, poiché fanno ciò che Egli vuole e fedelmente invocano il nome del Signore». Come nell’antichità anche oggi la sincera adesione al Vangelo può richiedere il sacrificio della vita e molti cristiani in varie parti del mondo sono esposti a persecuzione e talvolta al martirio. Ma, ci ricorda il Signore, «chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato» (Mt 10,22). A Maria Santissima, Regina dei Martiri, rivolgiamo la nostra supplica per custodire integra la volontà di bene, soprattutto verso coloro che ci avversano. (Benedetto XVI - Angelus S. Stefano 26.12.2011) 

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

 

Nel terzo Mistero del Dolore contempliamo Gesù coronato di spine 

Dal Vangelo secondo Giovanni (19, 1-3)

 I  soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli dicevano: “Salve, re dei Giudei!”. E gli davano schiaffi. 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

La Croce del Signore abbraccia il mondo; la sua «Via Crucis» attraversa i continenti ed i tempi. Nella «Via Crucis» non possiamo essere solo spettatori. Siamo coinvolti pure noi, perciò dobbiamo cercare il nostro posto: dove siamo noi? Nella «Via Crucis» non c'è la possibilità di essere neutrali. Pilato, l'intellettuale scettico, ha cercato di essere neutrale, di stare fuori; ma, proprio così, ha preso posizione contro la giustizia, per il conformismo della sua carriera. Dobbiamo cercare il nostro posto. (..) Ma abbiamo anche visto "stazioni" di consolazione. Abbiamo visto la Madre, la cui bontà rimane fedele fino alla morte, e oltre la morte. (..) Abbiamo visto come, sulla "via della Croce", Paolo ha trovato lo zelo della sua fede e ha acceso la luce dell'amore. Abbiamo visto come sant'Agostino ha trovato la sua strada: così san Francesco d'Assisi, san Vincenzo de' Paoli, san Massimiliano Kolbe, Madre Teresa di Calcutta. E così anche noi siamo invitati a trovare la nostra posizione, a trovare con questi grandi, coraggiosi santi, la strada con Gesù e per Gesù: la strada della bontà, della verità; il coraggio dell'amore. (Benedetto XVI - Discorso al Colosseo Via Crucis 14.4.2006) 

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe… 

 

Nel quarto Mistero del Dolore contempliamo la salita di Gesù al Calvario 

Dal Vangelo secondo Matteo (27, 33-37) 

Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere. Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. E sedutisi, gli facevano la guardia. Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: «Questi è Gesù, il re dei Giudei». 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

Con gli occhi della fede la Comunità riconosce Gesù vivo con i segni della sua passione e, insieme a Tommaso, piena di stupore, può ripetere: "Mio Signore e mio Dio!" (Gv 20,28). L’Eucaristia è mistero di morte e di gloria come la Croce, che non è un incidente di percorso, ma il passaggio attraverso cui Cristo è entrato nella sua gloria (cfr Lc 24,26) e ha riconciliato l’umanità intera, sconfiggendo ogni inimicizia. (..) Resta con noi, Signore, che con la tua santa Croce hai redento il mondo! Maria, presente sul Calvario presso la Croce, è ugualmente presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna delle nostre Celebrazioni eucaristiche. Per questo, nessuno meglio di lei può insegnarci a comprendere e vivere con fede e amore la santa Messa, unendoci al sacrificio redentore di Cristo. Quando riceviamo la santa Comunione anche noi, come Maria e a lei uniti, ci stringiamo al legno, che Gesù col suo amore ha trasformato in strumento di salvezza, e pronunciamo il nostro "Amen", il nostro "sì" all’Amore Crocifisso e Risorto. (Benedetto XVI - Angelus 11.9.2005) 

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

 

Nel quinto Mistero del Dolore contempliamo la morte di Gesù sulla croce 

Dal Vangelo secondo Luca (23, 44-46) 

Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò. 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

La parola del Crocifisso al discepolo - a Giovanni e attraverso di lui a tutti i discepoli di Gesù: « Ecco tua madre » (Gv 19, 27) - diventa nel corso delle generazioni sempre nuovamente vera. Maria è diventata, di fatto, Madre di tutti i credenti. (…) La devozione dei fedeli mostra, al contempo, l'intuizione infallibile di come un tale amore sia possibile: lo diventa grazie alla più intima unione con Dio, in virtù della quale si è totalmente pervasi da Lui — una condizione che permette a chi ha bevuto alla fonte dell'amore di Dio di diventare egli stesso una sorgente « da cui 6 sgorgano fiumi di acqua viva » (cfr Gv 7, 38). Maria, la Vergine, la Madre, ci mostra che cos'è l'amore e da dove esso trae la sua origine, la sua forza sempre rinnovata. A lei affidiamo la Chiesa, la sua missione a servizio dell'amore. (Benedetto XVI - Enciclica – Deus Caritas Est)

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

Salve, Regina . . .

 Litanie alla Regina del Santo Rosario

 

 

Misteri della Gloria Mercoledì e domenica 

 

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo Amen 

O Dio, vieni a salvarmi Signore, vieni presto in mio aiuto 

Gloria al Padre al Figlio . . . 

Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia. 

 

Nel primo Mistero della Gloria contempliamo la Resurrezione di Gesù 

Dal Vangelo secondo Matteo (28, 1-2; 5-7) 

Passato il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Magdala e l’altra Maria andarono a visitare il sepolcro. Ed ecco che vi fu un gran terremoto: un angelo del Signore, sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. L’angelo disse alle donne: «Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui. È risorto, come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risuscitato dai morti, e ora vi precede in Galilea; là lo vedrete. Ecco, io ve l’ho detto». 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

Sì, l’erba medicinale contro la morte esiste. Cristo è l’albero della vita reso nuovamente accessibile. Se ci atteniamo a Lui, allora siamo nella vita. Per questo canteremo in questa notte della risurrezione, con tutto il cuore, l’alleluia, il canto della gioia che non ha bisogno di parole. Per questo Paolo può dire ai Filippesi: “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti!” (Fil 4,4). La gioia non la si può comandare. La si può solo donare. Il Signore risorto ci dona la gioia: la vera vita. Noi siamo ormai per sempre custoditi nell’amore di Colui al quale è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra (cfr Mt 28,18). Così chiediamo, certi di essere esauditi, con la preghiera sulle offerte che la Chiesa eleva in questa notte: Accogli, Signore, le preghiere del tuo popolo insieme con le offerte sacrificali, perché ciò che con i misteri pasquali ha avuto inizio ci giovi, per opera tua, come medicina per l’eternità. Amen. (Benedetto XVI - Omelia Veglia Pasquale 2010) 

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

 

Nel secondo Mistero della Gloria contempliamo Gesù che, risorto, ascende al cielo 

Dagli Atti degli Apostoli (1, 1; 9-11) 

Egli si mostrò ad essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, apparendo loro per quaranta giorni e parlando del regno di Dio. Fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo. E poiché essi stavano fissando il cielo mentre egli se n’andava, ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: «Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo». 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

L’Ascensione del Signore segna il compiersi della salvezza iniziata con l’Incarnazione. Dopo avere istruito per l’ultima volta i suoi discepoli, Gesù sale al cielo (cfr Mc 16,19). Egli, però, «non si è separato dalla nostra condizione» (cfr Prefazio); infatti, nella sua umanità, ha assunto con sé gli uomini nell’intimità del Padre e così ha rivelato la destinazione finale del nostro pellegrinaggio terreno. (..) San Leone Magno spiega che con questo mistero «viene proclamata non solo l’immortalità dell’anima, ma anche quella della carne. Oggi, infatti, non solo siamo confermati possessori del paradiso, ma siamo anche penetrati in Cristo nelle altezze del cielo ». Per questo i discepoli, quando videro il Maestro sollevarsi da terra e innalzarsi verso l’alto, non furono presi dallo sconforto, come si potrebbe pensare anzi, provarono una grande gioia e si sentirono spinti a proclamare la vittoria di Cristo sulla morte (cfr Mc 16,20). E il Signore risorto operava con loro... (Benedetto XVI - Solennità dell'Ascensione, Angelus 20.5.2012) 

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

 

Nel terzo Mistero della Gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo 

Dagli Atti degli Apostoli (2, 1-4) 

Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatté gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi. 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

"Societas Spiritus", società dello Spirito: così sant’Agostino chiama la Chiesa in un suo sermone. Ma già prima di lui sant’Ireneo aveva formulato una verità che mi piace qui ricordare: "Dov’è la Chiesa, là c’è lo Spirito di Dio, e dov’è lo Spirito di Dio, là c’è la Chiesa ed ogni grazia, e lo Spirito è 7 la verità; allontanarsi dalla Chiesa è rifiutare lo Spirito" e perciò "escludersi dalla vita". A partire dall’evento di Pentecoste si manifesta pienamente questo connubio tra lo Spirito di Cristo e il mistico Corpo di Lui, cioè la Chiesa. (..) La Chiesa che nasce a Pentecoste non è anzitutto una Comunità particolare – la Chiesa di Gerusalemme – ma la Chiesa universale, che parla le lingue di tutti i popoli. Da essa nasceranno poi altre Comunità in ogni parte del mondo, Chiese particolari che sono tutte e sempre attuazioni della sola ed unica Chiesa di Cristo. La Chiesa cattolica non è pertanto una federazione di Chiese, ma un’unica realtà: la priorità ontologica spetta alla Chiesa universale. Una comunità che non fosse in questo senso cattolica non sarebbe nemmeno Chiesa. (..) La Vergine dell’ascolto, la Madre della Chiesa ottenga per le nostre comunità e per tutti i cristiani una rinnovata effusione dello Spirito Santo Paraclito. (Benedetto XVI - Omelia Solennità di Pentecoste 11.5.2008)

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

 

Nel quarto Mistero della Gloria contempliamo Maria assunta in cielo 

Dal Vangelo secondo Luca (1, 46-55) 

L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre. 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

Nell’odierna solennità dell’Assunta contempliamo il mistero del passaggio di Maria da questo mondo al Paradiso: celebriamo, potremmo dire, la sua "pasqua". Come Cristo risuscitò dai morti con il suo corpo glorioso e ascese al Cielo, così la Vergine Santa, a Lui pienamente associata, è stata assunta nella gloria celeste con l’intera sua persona. Anche in questo, la Madre ha seguito più da vicino il suo Figlio e ha preceduto tutti noi. La festa dell’Assunta, tanto cara alla tradizione popolare, costituisce per tutti i credenti un’utile occasione per meditare sul senso vero e sul valore dell’esistenza umana nella prospettiva dell’eternità. Cari fratelli e sorelle, è il Cielo la nostra definitiva dimora. Da lì Maria ci incoraggia con il suo esempio ad accogliere la volontà di Dio, a non lasciarci sedurre dai fallaci richiami di tutto ciò che è effimero e passeggero, a non cedere alle tentazioni dell’egoismo e del male che spengono nel cuore la gioia della vita. (Benedetto XVI - Angelus Solennità dell'Assunta 15.8.2005) 

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

 

Nel quinto Mistero della Gloria contempliamo Maria coronata Regina 

Dal libro dell’Apocalisse (12, 1) 

Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. 

 

Dagli scritti di Papa Benedetto XVI

Il 22 agosto ricorre la memoria liturgica della Beata Vergine Maria invocata con il titolo di “Regina”. E’ una festa di istituzione recente, anche se antica ne è l’origine e la devozione: venne stabilita, infatti, dal Venerabile Pio XII, nel 1954, al termine dell’Anno Mariano... In tale circostanza il Papa ebbe a dire che Maria è Regina più che ogni altra creatura per la elevazione della sua anima e per l’eccellenza dei doni ricevuti. Ella non smette di elargire tutti i tesori del suo amore e delle sue premure all’umanità (cfr Discorso in onore di Maria Regina, 1° novembre 1954). Maria è Regina perché associata in modo unico al suo Figlio, sia nel cammino terreno, sia nella gloria del Cielo. (..) A Colui che regge il mondo e ha in mano i destini dell’universo noi ci rivolgiamo fiduciosi, per mezzo della Vergine Maria. Ella, da secoli, è invocata quale celeste Regina dei cieli; otto volte, dopo la preghiera del santo Rosario, è implorata nelle litanie lauretane come Regina degli Angeli, dei Patriarchi, dei Profeti, degli Apostoli, dei Martiri, dei Confessori, delle Vergini, di tutti i Santi e delle Famiglie. Il ritmo di queste antiche invocazioni, e preghiere quotidiane come la Salve Regina, ci aiutano a comprendere che la Vergine Santa, quale Madre nostra accanto al Figlio Gesù nella gloria del Cielo, è con noi sempre, nello svolgersi quotidiano della nostra vita. (Benedetto XVI - Udienza 22.8.2012)

 

1 Padre nostro - 10 Ave Maria - 1 Gloria al Padre 

Gesù, perdona le nostre colpe . . . 

Salve, Regina . . . 

Litanie alla Regina del Santo Rosario

 

 

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