UN ANNO CON DON BOSCO

 

18° Maggio

 

172) Che cos'è la superstizione? 

 

Superstizione è il culto divino o di latria reso a chi non è Dio, o anche a Dio ma in modo non conveniente ; perciò l'idolatria o il culto di false divinità e di creature ; il ricorso al demonio, agli spiriti e ad ogni mezzo sospetto per ottener cose umanamente impossibili; l'uso di riti sconvenienti, vani o proibiti dalla Chiesa. 

 

47 - Origine e propagazione dell'idolatria. 

 

Idolatria significa dare alle creature quel culto che è solamente dovuto a Dio. L'origine di questa falsa religione si crede precedesse al diluvio. Il malvagio Cam ne conservò la memoria, e la propagò. Lo stesso dicasi della magìa e di molte superstizioni, che la storia ci dimostra aver avuto luogo sin da quei tempi antichissimi in Egitto, che fu la dimora di Cam e dei suoi figliuoli. — Si deve pure osservare che dopo qualche secolo dalla confusione delle lingue, essendosi sempre più diminuita ed oscurata l'idea d'un solo Dio Creatore del cielo e della terra, l'idolatria si estese in tutto il mondo e fra tutti i popoli, eccettuato il popolo Ebreo. (Bosco, Storia Sacra). 

 

(...) 

 

53 - La tavola che non parla. 

 

Una volta un magnetizzatore sfidò Don Bosco a andare in casa sua a constatare la verità delle meraviglie che operava. Don Bosco, ottenuto il permesso dell'Autorità Ecclesiastica, vi andò con due Teologi, portando con sè nascosta una reliquia della Santa Croce. Sul volto del magnetizzatore brillava la sicurezza della riuscita. Fu posta la tavola in mezzo alla sala; ma per quanto egli e altri facessero, la tavola non si diede per intesa nè di muoversi nè di rispondere. Lo sfidatore meravigliato e stizzito dopo aver replicato le sue prove, vedendole andare a vuoto, si rivolse a Don Bosco dicendogli essere lui la causa di quell'insuccesso perchè con la sua volontà non era consenziente a quei fenomeni, poiché non ci credeva; e conchiuse: — Ma lei non ha fede. — Fede in chi? — gli rispose Don Bosco fissandolo seriamente in volto. E si ritirò convinto che il legno della Santa Croce fosse la causa dell'immobilità di quella tavola. (M. B., IV, 725-726). 

 

54 - Spiritismo imbroglione. 

 

In piazza Castello si riversava tutta Torino per assistere agli spettacoli di magnetismo che dava un famoso ciarlatano, il quale aveva saputo cattivarsi l'ammirazione del popolo con le sue rivelazioni e predizioni. Un giorno Don Bosco s'inoltrò fra la moltitudine che lo circondava e comparve nello spazio lasciato libero dalla gente, in mezzo al quale sedeva una donna che pareva dormiente e con gli occhi bendati. Don Bosco teneva in mano una lettera sigillata, che poco prima aveva ricevuta, scrittagli da Mons. Fransoni. — Tengo questa lettera della quale desidero che la sonnambula prima che io l'apra mi legga il contenuto — disse Don Bosco. — Sarà soddisfatto — rispose il ciarlatano; e, rivolto alla donna, le intimò con voce imperiosa: — Leggete. La donna esitò alquanto: il gioco era imprevisto, ma costretta a parlare, esclamò: — C'è il segreto del sigillo. — Capiscono, signori? — disse l'uomo al popolo: e a Don Bosco: — Ha ragione la sonnambula: il segreto delle lettere sigillate non può essere violato. — Quand'è così la cosa è presto aggiustata — osservò Don Bosco, e ruppe il sigillo. — Ora non c'è più nessun segreto. — Benissimo; ed ora si potrà leggere — replicò il ciarlatano. — A voi: leggete — ordinò alla donna. — Non posso. — Perchè non potete? La sonnambula dava segni di viva impazienza e replicò: — Perchè... perchè non posso. Vi ho già detto che non voglio operare innanzi a gente che appartiene all'altare. — E proferì un'atroce bestemmia. A questa conclusione, il popolo emise una solenne fischiata, e si disciolse facendo commenti ingiuriosi all'arte di quel messere. (M. B., IV, 721-722). 

 

55 - Magnetizzatore. 

 

Un dottore di nome Giurio teneva gabinetto di magnetismo e la chiaroveggente si chiamava Brancani. Le spaventose conseguenze morali e spirituali di simili consulti avevano già provato ad evidenza certi gabinetti magnetici essere d'indole diabolica. Don Bosco vi andò. Dopo aver assistito a varie esperienze, chiese al dottore di essere messo in comunicazione magnetica con la Brancani. Giurio si affrettò ad accontentarlo con la risolutezza di un uomo sicuro di sè. Allora Don Bosco trasse fuori una ciocca di capelli e domandò di quale malattia fosse afflitto colui al quale appartenevano. — Di chi sono questi capelli? — domandò Don Bosco. — Povero giovane, quanto devi soffrire... — mormorava la donna. — Quello cui appartengono questi capelli non è un giovane, — ribattè Don Bosco; — mi dica dove abita. — In via della Zecca. — Non è in via della Zecca. — È vero, ma non sono ancora giunta... — Non abita da quella parte; ma mi sveli la sua malattia. — L'epilessia... — Non fu mai epilettico! A questo punto quella donna, prima impacciata e poi furiosa, ruppe in una parola così oscena ed insultante, che fece trasalire e sciogliere l'adunanza. La cosa era chiara: o si trattava di un'inganno ovvero Farfarello (il diavolo!) aveva paura dei buoni preti. (M. B., IV, 723-725). 

 

FRASE BIBLICA. - Il Signore ama il suo popolo.

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO. - Fate digiunare il demonio non commettendo alcun peccato. 

 

PREGHIERA DEL MESE. - Venite, o Spirito di fortezza, e date forza al mio cuore, mantenetelo costante nelle tentazioni e traversie, datemi vigore e fortezza a respingere gli assalti dei miei nemici, affinchè non mi lasci mai indurre ad abbandonare Voi, mio unico bene. Così sia. Pater noster... (Da il Cattolico provveduto, 1868, don Bosco)

 

FIORETTO: - Usa particolare modestia negli occhi e recita tre Ave Maria per ottenere la purità.

 

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