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UN ANNO CON DON ALBERIONE

31° Gennaio

IL PURGATORIO: pene 

 

... I suoi peccati sono arrivati fino al cielo e il Signore s'è ricordato delle sue iniquità. Trattatela come vi ha trattati, e rendetele il doppio secondo le opere sue: nella coppa in cui ha mesciuto agli altri, mescete il doppio; quanto si è data di gloria e di delizie, altrettanto datele di tormento e di lutto. Essa dice in cuor suo: M'assido regina e non son vedova, e non saprò che sia il pianto. Ma appunto per questo in un sol giorno le piomberanno addosso i flagelli, la morte, il lutto, la fame, e sarà consumata dal fuoco, perché potente è il Signore Dio che la giudicherà (Ap. 18,5-8). 

 

1. Il Purgatorio priva l'anima temporaneamente della vista di Dio. L'anima, uscita dal corpo, ha un desiderio unico, vivissimo, continuo di Dio. Nessun altro bene l'attira, nè l'appaga. E Dio si nasconde, si allontana, la rigetta da Sè. E' come un figlio che vorrebbe vedere il Padre Celeste, un affamato che potrebbe venir saziato solo da quel pane divino, un assetato che soffre un sete ardentissima di Dio; ma non può venir saziato. Vede nel cielo tante anime che furono subito introdotte in quella beatitudine; altre anime che pur avendo peccato ne hanno scontata la pena in vita; anime care di amici, parenti, benefattori. Da lontano, vede gli Angeli, i Santi, la SS. Vergine in un tripudio di festa... L'anima è esclusa dal convito; la sua veste ha ancora qualche macchia; Dio scopre in lei delle macchie. E' pienamente certa della salvezza; è rassegnata al Divino Volere; ma soffre un penosissimo martirio. 

 

2. Dicono alcuni Dottori della Chiesa che la minima pena del Purgatorio supera ogni più violenta pena della terra. Pensiamo alle tante ambasce, trafitture, angoscie di cuori umani, innanzi alle ingratitudini degli uomini, alla incertezze, ai distacchi, ai timori.., il Purgatorio è assai più doloroso. Pensiamo alle sofferenze dei martiri, spirati nei carceri, sui roghi, su le croci; oppure annegati, sepolti vivi, decapitati; od anche divorati dai lupi e dai leoni... Tutto questo non equivale ancora al Purgatorio. Pensiamo alla pena del fuoco: quanto acerba e penetrante. Meditano le anime purganti come quaggiù con leggere penitenze avrebbero potuto liberarsi da tutte quelle pene; e per pura negligenza non l'han fatto. Non hanno liberato altri dal Purgatorio con suffragi, nè ebbero cura di acquistare le indulgenze... e liberare se stessi. Tutto questo sarà uno sconforto, un rimorso, una tristezza indicibile. 

 

3. «Signore Gesù Cristo, Re della gloria, libera le anime di tutti i fedeli defunti dalle pene del Purgatorio, e dal profondo abisso; liberale dalla bocca del leone, affinchè non le inghiottisca il tartaro e non cadano nel buio; ma il vessillifero S. Michele le presenti in quella luce santa che un giorno promettesti ad Abramo ed alla sua discendenza. Ostie e preghiere ti offriamo, o Signore; Tu ricevile per quelle anime di cui oggi facciamo memoria; falle passare, o Signore, dalla morte alla vita, che una volta promettesti ad Abramo ed alla sua discendenza». 

 

ESAME. - Ho il cuore pio, sensibile, misericordioso, verso le anime del purgatorio? Quali suffragi quotidiani settimanali, annuali offro per esse? 

 

PROPOSITO. - Reciterò ogni sera, almeno, il De Profundis e piú volte durante il giorno il Requiem aeternam. 

 

PREGHIERA. - Vi raccomando, o Signore, le 140.000 persone che ogni giorno passano all'eternità. Sono 97 al minuto; 51 milioni ogni anno. Molte di esse non sono così pure da meritare l'immediato ingresso in Paradiso; e tuttavia non sono così perverse da meritare la condanna eterna. La Vostra giustizia e la Vostra misericordia, o Signore, hanno creato il Purgatorio, per prepararle al Paradiso. L'eterno riposo dona loro o Signore; splenda ad esse la luce perpetua. Riposino in pace. Così sia. 

 

 

FIORETTO: — Invoca sovente: Signore, voglio amarvi, datemi il vostro santo amore.

 

 

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