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UN ANNO CON DON ALBERIONE

4° Aprile

LA GRAZIA SANTIFICANTE - III 

 

Io trovo dunque in me questa legge quando voglio fare il bene, il male mi è già a lato. Infatti, mi diletto nella legge di Dio, secondo l'uomo interiore; ma vedo nelle mie membra un'altra legge che si oppone alla legge della mia mente, e mi fa schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. Oh, me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? La grazia di Dio per Gesú Cristo Signor Nostro. Dunque io stesso con la mente servo alla legge di Dio, alla carne invece alla legge del peccato. (Rm. 7, 21-25). 

 

1. L'umiltà dispone il cuore alla grazia; la preghiera la fa discendere dallo Spirito Santo in noi. Gli effetti di essa sono: a) la conversione del cuore; per cui l'uomo passa dalla morte alla vita. E' la vittoria sul peccato e la risurrezione spirituale in Cristo. b) La perseveranza. Un buon cristiano che ha incominciato a camminare su la buona via con costanza va innanzi senza deviare sino alla morte. Che se per disgrazia è caduto di nuovo, si rialza, si pente, e riprende il retto cammino: in modo da passare all'altra vita nell'amicizia di Dio. c) Santità eroica è quella dei santi elevati agli onori degli altari. Essi esercitarono la fede, la speranza, la carità in grado non comune; o perchè compirono atti non comuni; o perchè nelle virtù comuni furono più che comuni per la diligenza, la carità, la perseveranza. d) La santità mistica, quella dei santi che ebbero doni straordinari; visioni, estasi, rivelazioni. e) Santità privilegiata: come quella di Maria SS., di S. Giuseppe, di S. Giovanni Battista. 

 

2. Più di tutto è da curarsi la santità comune. A questa tutti sono chiamati. Consiste nella unione con Gesù Cristo, sempre più intima e stretta, man mano che passano gli anni. Gesù cresceva in sapienza, età e grazia. L'adempimento dei doveri quotidiani secondo il proprio stato, la fuga dei difetti volontari, il lavoro per corrispondere alla propria vocazione, la preghiera assidua e l'uso frequente dei sacramenti sono i grandi mezzi. Il buon cristiano ha grande cura di riacquistare la grazia se cade in peccato; e di accrescerla con le buone opere se già la possiede. Egli ricorre continuamente a Dio nelle sue necessità; per lottare contro il potere delle tenebre: «Poichè non è la nostra lotta col sangue e con la carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori del mondo delle tenebre contro gli spiriti maligni dell'aria... in ogni cosa impugnando lo scudo della fede su cui possiate spegnere tutti i dardi infuocati del maligno» (Ef. 6, 12-16). Due principi da ritenersi costantemente; che il Signore ci ha creati e ci vuole santi; che a tutti sono offerte le grazie necessarie; perciò «chi vuole si fa santo». 

 

3. Questa grazia è il gran tesoro, eterno. Il regno dei cieli è simile ad un commerciante che andò in cerca di perle preziose. Ne trovò una che era bellissima. Allora diede tutto, vendette tutto per acquistarla. I santi hanno dato tutto, talvolta anche la vita, per il Paradiso. 

 

ESAME. - Cerco di arrivare alla santità nel mio stato? Stimo, amo i doveri quotidiani? Li compio bene? Cerco questa santità comune? 

 

PROPOSITO. - Ricorderò: «Chi vuole si fa santo». Ogni scoraggiamento è tentazione del demonio. 

 

PREGHIERA. - Signore, fate che io conosca sempre meglio il pregio della grazia; sempre più la stimi; sempre più la cerchi. «Io l'ho anteposta ai regni e ai principati, ho creduto un nulla le ricchezze in confronto di essa. Non l'ho nemmeno paragonata alle pietre preziose; l'oro migliore è come un po' di arena o di fango innanzi ad essa: vale immensamente più dell'argento. L'ho amata più della sanità e della bellezza; essa è un lume inestinguibile. Con essa mi venne ogni bene». 

 

FIORETTO: - Esaminati sulla passione dominante e combattila risolutamente.

 

 

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