UN ANNO
CON DON BOSCO
28° Maggio

TERZO COMANDAMENTO
184) Cosa ci ordina il terzo comandamento - ricordati di santificare le feste?
Il terzo comandamento ricordati di santificare le feste ci ordina di onorare Dio nei giorni di festa con atti di culto esterno, dei quali per i cristiani l'essenziale è la S.
Messa
Gli Ebrei santificavano il sabato, e i Cristiani fin dall'inizio santificarono la domenica a ricordo della Risurrezione.
110 - S. Paolo risuscita un giovane.
Era il primo giorno della settimana, cioè di Domenica, in cui i fedeli solevano radunarsi per ascoltare la parola di Dio ed assistere ai divini
sacrifici. Fra le altre cose facevano lo spezzamento del pane, cioè celebravano la S. Messa, a cui partecipavano i fedeli, ricevendo il Corpo del Signore sotto le specie del pane. Fin d'allora la Messa si
giudicava l'atto più sacro, più solenne per la santificazione del
giorno festivo. Paolo, che era per partire il giorno dopo da Troade, prolungò il discorso a notte alquanto avanzata e per illuminare il cenacolo erano state accese molte lampade. Il giorno di Domenica, l'ora notturna, il cenacolo nel terzo piano della casa, le molte lampade accese attrassero immensa folla di gente. Mentre tutti erano intenti al ragionamento di Paolo, un giovanetto di nome Eutico, o per desiderio di vedere l'Apostolo o per poterlo meglio ascoltare, era montato sopra una finestra e si assise sul davanzale. Ora, sia per il caldo che ivi faceva, sia per l'ora tarda o forse per la stanchezza, fatto sta che quel giovanetto si addormentò; e nel sonno abbandonandosi al peso del proprio corpo cadde giù sul lastrico della pubblica strada. Si ode un lamento a
risuonare per l'assemblea; corrono e trovano il giovine senza vita. Paolo discende subito a basso, e postosi
con la sua persona sopra il cadavere, lo benedice, lo abbraccia e
con la viva fede in Dio lo
restituisce a nuova vita. Operato questo miracolo senza badare agli applausi che da tutte le parti si facevano, egli montò di nuovo nel cenacolo e continuò a predicare fino a giorno. (Bosco, Storia dei Papi)
111 - Giorno tutto del Signore.
Domenica vuol dire il giorno del Signore.
Un giorno si andavano spiegando alcune parole secondo l'etimologia. « E Domenico, domandò il piccolo Savio, che cosa vuol dire? » Fu risposto: « Domenico vuol dire del Signore. « Veda, soggiunse
tosto, se non ho ragione di chiederle che mi faccia santo; voglio essere tutto del Signore. (Bosco, Vita di Savio Domenico).
112 - Apostolato... della barba.
Atti di culto sono la Messa, i Vespri, e l'Istruzione catechistica.
D. Bosco avendo bisogno di farsi radere la barba, entrava di preferenza nella barbieria più frequentata. Invece di attendere,
adocchiato il piccolo garzone, otteneva dal padrone che questi gli radesse la barba. Il padrone lo avvisava della poca o nulla pratica del
garzone, ma dietro le insistenze del Santo, lasciava fare. Il giovane incoraggiato
dall'elogio fatto da D. Bosco, si accingeva
all'opera ed il Santo in quella operazione soffriva una vera tortura, ma non
lasciava tuttavia di farne le lodi, che erano tanti vincoli che gli allacciavano il cuore di chi non era solito che sentir rimproveri. La seconda volta che entrava nella stessa bottega, cominciava a dire qualche parola di vita eterna, domandava al garzone da quanto tempo non si
confessava e lo invitava all'Oratorio la domenica per il catechismo. Domandava licenza al padrone, che per non perdere l'avventore
concedeva, e così prendeva l'occasione per dire anche al padrone una
buona parola. (M. B., III, 57-59).
113 - Il culto esterno.
Il 13 febbraio 1862 Don Bosco spiegava ai suoi chierici il Nuovo Testamento. Arrivato a quelle parole di S. Giovanni: « Sed venit
hora quando veri adoratores adorabunt Patrem in spiritu et veritate », foce notare come i protestanti interpretino malamente tali parole, da esse prendendo argomento per escludere ogni culto esterno. Quindi
raccontò: « Io cominciai a domandar loro se sapevano ciò che voleva dire in spiritu ». Mi risposero: « Vuol dire che Dio va adorato con la
purità e fervore degli atti interni ». — Ed « in veritate »? — « Vuol dire che bisogna adorare Iddio con cose reali e non vane ». — « Se sono cose vere e reali stanno esse nell'interno, nello spirito? ». — « Se sono cose sensibili, materiali non possono stare nell'interno ». — « Dunque quella parola verità indica qualche cosa di esterno che si deve usare
nell'adorazione di Dio ». E D. Bosco fece vedere a questo gruppo di protestanti come in tutto il Nuovo Testamento e specialmente
nell'Apocalisse e nell'uso dei primi secoli della Chiesa appaiano l'altare, il turibolo,
l'incenso, i candelabri, i lumi, i nappi d'oro pieni di profumo, le mitre in capo ai
seniori, le prostrazioni, le cetre, i cantici... insomma tutto
quanto adopera la Chiesa nelle sue cerimonie. I protestanti ammutolirono, poterono
solo rispondere: «Non avevamo ancora posto mente con
attenzione a questi tratti della Sacra Scrittura ». (M. B., XII, 64-66).
114 - Parole di un giovinetto.
Non è fuor di luogo il notare come i genitori di Francesco Besucco gli lasciassero piena libertà di andar tutti i giorni a udire la s. Messa; anzi parendo talvolta dubbioso, se dovesse andare o no ad ascoltarla per timore di trascurare qualche suo dovere, lo mandavano loro stessi. Della qual cosa molto contento soleva dire ai suoi genitori: Oh! siate certi,
che il tempo impiegato nell'udir la s. Messa si compenserà
abbondantemente nella giornata, perchè Iddio è buon rimuneratore, ed io
lavorerò molto più volentieri. Che se gli avveniva qualche mattina di non potervi assistere, soleva recitare in compenso questa preghiera
popolare, che è molto divulgata in quel paese: l'aveva imparata in età di quattro anni. « La messa suona, san Marco
l'intona, gli Angeli la cantano, e Gesù Bambino porge l'acqua e il vino.
Fatemi, o Gesù, un po' parte della Messa del corrente mattino ». (Bosco, Vita di Francesco Besucco).
FRASE BIBLICA.
- Tutti siano una cosa sola.
UNA MASSIMA DI DON BOSCO.
- Ogni volta che assistiamo alla santa messa procuriamo di tenerci in tale stato da poter fare la nostra santa comunione.
PREGHIERA
DEL MESE. - Venite, o Spirito di fortezza, e date forza al mio cuore, mantenetelo costante nelle tentazioni e traversie, datemi vigore e fortezza a respingere gli assalti dei miei nemici, affinchè non mi lasci mai indurre ad abbandonare Voi, mio unico bene. Così sia. Pater
noster... (Da il Cattolico provveduto, 1868, don Bosco)
FIORETTO: - Sta un poco innanzi al SS. Sacramento, chiedendo fuoco d'amore e intima unione con Dio.