UN ANNO
CON DON BOSCO
4° Giugno

QUARTO COMANDAMENTO
190) Cosa ci ordina il quarto comandamento onora il padre e la madre?
Il quarto comandamento onora il padre e la madre ci ordina di amare, rispettare e ubbidire i genitori e
chiunque ha potestà sopra di noi, cioè i nostri superiori in autorità.
134 - Incontro di Giacobbe con Giuseppe.
Il buon vecchio aspettava ansioso il ritorno dei suoi figliuoli. Sulle prime gli parve un sogno l'intendere che Giuseppe viveva, e che era Viceré dell'Egitto. Ma quando all'arrivo dei cocchi reali e dei
magnifici doni di Giuseppe ne fu pienamente assicurato, non è a dire a quali dolci trasporti di
allegrezza si abbandonasse. Or basta, esclamò, mio figlio Giuseppe vive ancora! lo andrò a vedere, poi morrò contento. Rese egli le dovute grazie al Signore, e
con la numerosa sua famiglia si pose in viaggio. Al confine
della Cananea Giacobbe offrì un sacrificio a Dio, il quale in questa occasione gli disse che discendesse pure
nell'Egitto assicurandolo delle benedizioni. Giuda lo precedette per annunziarne l'arrivo a Giuseppe, che gli venne
incontro con ambo i suoi figliuoli: e come lo vide, balzò dal cocchio
gettandoglisi al collo con lacrime abbondantissime di gioia. E Giacobbe a lui: Ora, disse, io morrò contento,
perché ho veduto ancora una volta il tuo volto. Giuseppe benché elevato a dignità
così grande, non si vergognò
dell'umile stato di suo padre. Anzi dopo i più dolci sfoghi di filiale amore, il condusse
con sè alla città e li presentò al Faraone. Molto si rallegrò il re di vedere il padre di un
così virtuoso figliuolo, e gli assegnò per dimora la più
bella parte dell'Egitto, la terra di Gesse, come la più adatta al pascolo del gregge, che formava l'occupazione e la ricchezza di lui e della sua famiglia. (Bosco, Storia Sacra).
(...)
138 - Doveri verso i genitori e i superiori.
San Paolo fatto consapevole della tristezza che travagliava gli Efesini, scrisse una lettera per consolarli. Fra le altre cose raccomanda di considerare Gesù Cristo capo della Chiesa e di tenersi a lui uniti nella persona dei suoi apostoli.
Raccomanda caldamente di star lontani da certi peccati che non si devono
nemmeno nominare fra i cristiani. — La fornicazione, egli dice, l'impurità e l'avarizia, non siano neppure nominati tra voi. Indirizzando poi il discorso alla gioventù dice queste affettuose
parole: « Figliuoli, ve lo raccomando per amor del Signore, siate
obbedienti ai vostri genitori, perchè è cosa giusta. Onora il tuo padre e la madre tua,
dice il Signore. Se tu osserverai questo comandamento sarai felice e vivrai lungamente sopra la terra ». Di poi parla così ai genitori: « E voi, o padri, non provocate all'ira i vostri figliuoli, ma allevateli nella disciplina e nella istruzione del
Signore. Voi, o servi, ubbidito ai vostri padroni, come a Gesù Cristo, non per piacere agli uomini, ma per fare la volontà di Dio. Voi poi, o padroni, fate altrettanto riguardo ai vostri servi, ponendo da parte l'asprezza, ricordandovi bene
che il vostro vero padrone è nei cieli». (Bosco, Vita dei Papi).
139 - Ubbidienza ai legittimi Superiori.
Con grande mio rincrescimento debbo ora raccontarvi una guerra, non più dei Romani con popoli stranieri, ma una guerra civile, cioè tra Romani medesimi. Questo popolo, non avendo più nazioni potenti da combattere, si diede in
preda all'ozio ed ai passatempi. Abbandonato così alla
disoccupazione, la plebe cominciava ad invidiare la sorte dei ricchi,
desiderosa di porre le mani sopra i loro averi, il che era un vero
ladroneccio; perchè colui che con giusti mezzi e titoli ha acquistato sostanze, è
giusto che se le goda. Due giovani fratelli, noti sotto i nomi di Gracchi, chiamati uno
Tiberio, l'altro Caio, diedero l'uno dopo l'altro mano ai malcontenti. Cornelia loro madre li amava molto quando erano piccini a
motivo della saviezza ed obbedienza loro. Ma fatti adulti le furono causa di grandi affanni. Tiberio Gracco divenuto tribuno del popolo propose la legge
agraria, che obbligava i ricchi a dare ai poveri una parte delle loro terre. Dispiacque tale proposta al senato e la rifiutò. Ma Tiberio radunò una folla di popolo per eccitarlo alla ribellione. Il console Muzio Scevola si sforzò invano di calmare gli spiriti. Si venne alle mani ed il sangue cittadino scorse per le vie di Roma. Tiberio con più di trecento dei suoi amici cadde estinto. Fu questa la prima volta che Roma nelle sedizioni interne vide scorrere il sangue dei suoi figli: triste conseguenza
cagionata da chi ricusa di sottomettersi al legittimo governo. Caio Gracco dissimulò per qualche tempo il dolore che provava per la morte di suo fratello teneramente amato, finché, divenuto anch'esso tribuno della plebe, mise in campo le medesime leggi già proposte dal fratello. Perciò egli pure qual ribelle fu condannato a morte ed a chi gli avesse reciso la testa furono promesse tante libbre di oro quante quella ne avrebbe
pesato. A quella notizia Gracco fuggì da Roma, ma vedendosi vicino a
cadere nelle mani dei suoi nemici si fece uccidere da un suo schiavo. Un uomo avendo trovato
il corpo di Gracco ne tagliò la testa, ne trasse le cervella, la
riempì di piombo fuso perchè pesasse di più, indi la presentò al senato e n'ebbe in dono diciassette libbre d'oro, senza che fosse
scoperto l'inganno. Così perirono i due Gracchi, i quali sarebbero stati amati come buoni ed onesti giovani, se non avessero voluto conseguire con la forza e
con la violenza ciò che un buon cittadino non deve pretendere. (Bosco, Storia d'Italia).
(...)
FRASE BIBLICA.
- Fammi conoscere, Signore, le tue vie.
UNA MASSIMA DI DON BOSCO. -
La prima virtù di un giovane è l’obbedienza al padre e al la madre.
PREGHIERA
DEL MESE. - Venite, Spirito di scienza, regolate in me il desiderio di sapere, affinchè io mai non brami di conoscere cosa, che mi sia dannosa. Concedetemi di conoscere interamente il nulla dei beni terreni; fate che io impari a praticare sempre meglio i doveri di religione, e del mio stato. Insegnatemi ancora come adempirli nel modo a Voi piú gradito. Così sia. Pater noster...
FIORETTO: — Recita tre Pater e Ave al Cuore di Gesù.