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UN ANNO CON DON BOSCO

30° Luglio

continuo 2/2

 

224) Perchè la Chiesa, imponendo di confessarci e comunicarci una volta l'anno, aggiunge la parola almeno? 

 

La Chiesa, imponendo di confessarci e comunicarci una volta l'anno, aggiunge la parola almeno per ricordarci l'utilità, anzi il bisogno di ricevere spesso, come è suo desiderio, questi sacramenti. 

 

305 - La forca a due punte. 

 

La sera del 4 maggio 1875 Don Bosco raccontò: a) Nel paese della prova. — « Appena coricato, presi sonno e mi sembrò di trovarmi tutto solo in una estesissima valle: di qua e di là vi era un'alta collina. In fondo alla valle da una parte il terreno si alzava e quivi splendeva una luce chiara, dall'altra parte l'orizzonte era semioscuro. Stando io a contemplare questa pianura, vidi venire verso di me due giovani dei più grandi, i quali mi dissero: « Don Bosco, monti a cavallo; presto, presto! » e mi additarono un lato di quella valle. Io mi voltai da quella parte e infatti vidi un bellissimo e brioso cavallo. Salì sulla groppa. Mi pareva di trovarmi come sopra un poggio elevato, dal quale io dominava tutta la valle fino alle ultime sue estremità. Quand'ecco il mio cavallo si mette in moto. Dopo un buon cammino si fermò. Allora vidi venire verso di me tutti i preti dell'Oratorio con molti chierici i quali circondarono il mio cavallo; nessuno parlava. Qualcheduno portò e mi porse una tromba. Vi soffiai e ne uscì questa voce: « Siamo nel paese della prova! ». b) Il primo assalto. — Quindi si vide discendere giù dalla codina una quantità di giovani tale che credo fossero un cento e più mila. Tutti armati di una forca si avanzavano a gran passi verso la valle. Comparve allora un immenso numero di animali che parevano leoni, parevano tigri, i quali si slanciarono contro i giovani che, vedendosi assaliti, si posero in difesa. Avevano in mano una forca a due punte e la presentavano a quei mostri, alzandola e abbassandola secondo il caso. I mostri, non potendo vincere al primo impeto, mordevano i ferri della forca, si rompevano i denti e sparivano. C'erano di quelli che avevano la forca con una sola punta, e questi rimanevano feriti; altri l'avevano col manico rotto, altri col manico tarlato, ed altri, presuntuosi, si gettavano contro quegli animali senza arma e rimanevano uccisi. Molti avevano una forca col manico nuovo e con due punte. c) Le armi. — Mi si portò una forca e vidi scritto sopra una delle due punte: « Confessione »; e sopra l'altra: « Comunione ». Soffiai nella tromba e ne uscì questa voce: « Manico rotto: Confessioni e Comunioni mal fatte. Manico tarlato: Confessioni difettose ». Osservai che alcuni giacevano per terra morti, ma strangolati, ed altri morti di fame, sebbene avessero lì vicino un piatto di bei confetti. Quelli strangolati sono coloro che, avendo avuto la disgrazia di commettere sin da piccoli qualche peccato, non se ne confessarono mai; quelli deformi nella faccia erano i golosi; quelli morti di fame, coloro che vanno a confessarsi, ma non mettono in pratica gli avvisi e gli ammonimenti del confessore. Vicino a ciascuno di quelli che avevano il manico tarlato, stava scritta una parola. Chi aveva scritto Superbia, chi Accidia, chi Immodestia, ecc. d) Il secondo assalto. — Ma di nuovo si oscurò il cielo e in un momento comparve una quantità di quegli animali o mostri superiore alla prima volta. In buon punto si portò anche a me una forca; adora presi io pure a combattere, e quei mostri furono messi in fuga. Tutti scomparvero perchè, vinti al primo assalto, scomparivano. e) Vittoria e vittoriosi. — Allora soffiai nella tromba e rimbombò per la valle questa voce: « Vittoria, vittoria! Tempo ai vinti! ». Poi il cielo di oscuro che era, diventò sereno, si vide un arcobaleno o un'iride così bella, con tanti colori, che non si può descrivere. I vincitori avevano sulla testa corone così brillanti, con tanti e tali colori, che era una meraviglia a vederli: la loro faccia risplendeva d'una bellezza meravigliosa. Verso il fondo, da una parte della valle e di mezzo all'arcobaleno si vide una specie di orchestra. f) Sotto il manto di Maria. — Una nobilissima Signora vestita regalmente si fece alla sponda di quel balcone gridando: « Figli miei, venite, ricoveratevi sotto il mio manto ». In quel mentre si distese un larghissimo manto e tutti i giovani presero a corrervi sotto; alcuni volavano ed avevano scritto sulla fronte: Innocenza; altri camminavano a piedi ed altri si trascinavano: anch'io mi misi a correre ed in quell'istantaneo movimento mi svegliai ». (M. B., XI, 257-261). 

 

306 - Per mantenersi buoni. 

 

Don Bosco il giorno dei morti del 1876 raccomandando la frequente Comunione raccontò come ai tempi di San Vincenzo un penitente avesse lasciato di andare a confessarsi dal santo perchè gli raccomandava la Comunione frequente. Ma, mutato il confessore che gli consigliava la Comunione ogni 15 giorni, poi una volta al mese, cominciò pure a mutar vita e poco per volta s'astenne non solo dalla Comunione, ma anche dalla Confessione e da ogni pia pratica. Agitato dai rimorsi delle colpe della mala vita ritornò da San Vincenzo e ripigliò la frequente Comunione ridiventando la persona che era prima. E Don Bosco concludeva: « Tutti hanno bisogno della frequente Comunione: i buoni per mantenersi buoni e i cattivi per farsi buoni e così acquistare quella vera sapienza che viene dal Signore ». (M. B., XII, 566-567). 

 

FRASE BIBLICA. — Beato chi ha per aiuto il Dio di Giacobbe. 

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO. — Dai frutti si conoscerà se si sono fatte buone confessioni

 

PREGHIERA DEL MESE. - Venite, Spirito di pietà, infondete nel mio cuore la vera devozione e il santo amor di Dio, affinchè Lui solo io cerchi in tutte le mie pratiche di pietà, e amandoLo lo conservi. Così sia. Pater noster... 

 

FIORETTO: — Signore, insegnatemi a fare la vostra volontà. Imparate a dire: Pazienza, Dio vuole così.

 

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