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UN ANNO CON DON BOSCO

3° Settembre

258) Che cos'è la temperanza? 

 

La temperanza è la virtù che frena le passioni e  i desideri, specialmente sensuali, e modera l'uso dei  beni sensibili. 

 

(...) 

 

550 - Sobrietà. 

 

Su questo argomento Don Bosco, dopo di essersi espresso con  l'esempio di tutta la vita, si esprimeva ancora con queste parole:  « In tempo di colazione fate pure il vostro dovere e al tempo di  pranzo mangiate anche con buon appetito. Ma guardate di essere temperanti nel mangiare e nel bere. Sapete bene che vi sono certi proverbi in piemontese che fanno ridere, ma dicono la verità. Ora io non  vorrei dirli, ma per il vostro bene ne esporrò solo alcuni. Per esempio:  Pancia piena è roba da tentazione. Quello che è nella pancia è tutta roba  del diavolo. I Santi Padri dicono che noi viviamo con un nemico, e  questo è il nostro corpo. Se noi gli diamo tutto ciò che egli domanda,  allora esso prende baldanza e può farci del male: ma se gli diamo poco  nutrimento, allora piega le orecchie e diventa docile allo spirito, a  somiglianza di un cavallo, il quale se ha poco fieno e poca biada da  mangiare, diventa docile e mansueto. Ricordatevi che, al dire dei  Dottori della Chiesa, gola e castità non possono stare insieme. Di più  San Paolo, scrivendo avvisi per i vari ceti di persone, per i giovani dà  solamente questo: ut sobrii sint (possano essere sobri). Possibile? voi direte. San Paolo non  trovava altri avvisi importanti da dar loro? No: perchè quando i giovani sono sobri, potranno fare molto profitto nella virtù. Se manca  la sobrietà il demonio tenta, e si cade in molti peccati ».  (M. B., XIII, 432). 

 

551 - La temperanza di Giovannino Bosco. 

 

La mortificazione nel cibo di Giovannino rapiva tutti di ammirazione, specialmente quando era invitato a mensa presso qualche signore di Chieri o presso qualche parroco. Sebbene il suo vitto ordinario fosse molto parco e talora insufficiente, pure in casi di abbondanza,  non si notava in lui nulla di ingordo e smoderato. Pareva non si accorgesse se l'imbandigione fosse abbondante o scarsa. Non incominciava a prendere cibo se gli altri non gliene avessero dato l'esempio,  e si serviva frugalmente di quanto gli era messo dinanzi. Finiva il suo  pasto prima degli altri. Pochissimo vino ed ancora annacquato gli  bastava. (M. B., I, 360). 

 

552 - Basta un bicchier d'acqua. 

 

Un mattino, dopo aver confessato a lungo, venendogli offerto un bicchiere d'acqua con un po' di ribes, Don Bosco esclamò con aria sorridente:  — Don Bosco non ha sete, e, se avesse sete, gli basterebbe un  bicchier d'acqua fresca. (M. B. X, 649). 

 

553 - Temperanza e intemperanza. 

 

Narrò Don Bosco: «Ero desideroso di conoscere gli effetti della  temperanza e quelli della intemperanza e con questo pensiero mi posi a  letto. Quand'ecco, appena addormentato, un personaggio mi invita a  seguirlo. Mi condusse in un amenissimo giardino pieno di delizie e di  fiori d'ogni genere e specie. Quivi osservai una quantità di rose le più  pompose, simbolo della carità, là un garofano, là un gelsomino, là un  giglio, là una viola, là un fiore perpetuo, e uno sterminato numero di fiori, ciascuno simboleggiante una virtù.  — Ora sta attento mi disse la guida.  Scomparve il giardino e sentii un forte rumore. Mi voltai e vidi  un carro di forma quadrata, tirato da un maiale e da un rospo di enorme grossezza.  — Avvicinati e guarda dentro.  Esso era pieno di animali i più schifosi: corvi, serpi, scorpioni,  basilischi, lumache, pipistrelli, coccodrilli, salamandre. Io non potei  resistere a tal vista, e mentre inorridito rivoltai lo sguardo, per la  puzza di quegli animali schifosissimi, ricevetti come una scossa e mi  svegliai, sentendo ancora per buon pezzo il medesimo odore. La mia  mente era ancora così turbata per l'orridezza di quella vista, che parendomi d'aver tutt'ora innanzi tal cosa, non mi fu più possibile riposare per quella notte». (M. B., X, 469-470). 

 

554 - L'amido scomparso! 

 

Don Bosco era a predicare gli Esercizi in una Parrocchia di campagna. Una sera, uscito ad ora tarda dal confessionale, rientrò in canonica quando tutti, anche il Parroco, erano già a riposo. Sentendo  appetito andò in cucina e al chiarore di un lumicino, cercò se gli avessero riservato un piatto di minestra. Vide un pignattino nel fornello  sulla cenere calda; non poteva essere che minestra, e Don Bosco mangiò. La persona di servizio il giorno dopo non sapeva capacitarsi perchè l'amido che aveva preparato non c'era più. Don Bosco l'aveva  mangiato senza accorgersene. (M. B., IV, 199-200). 

 

555 - Le vittime della gola. 

 

« Datemi un giovanetto che sia temperante nel mangiare, nel bere  e nel dormire; e voi lo vedrete virtuoso, assiduo nei suoi doveri, pronto  sempre quando si tratta di fare del bene, e amante di tutte le virtù  ma se un giovane è goloso, amante del vino, dormiglione, a poco a  poco avrà tutti i vizi. Diverrà sbadato, poltrone, irrequieto, e tutto  gli andrà male. Quanti giovani furono rovinati dal vizio della gola!  Gioventù e vino sono due fuochi. Vino e castità non possono abitare  insieme ». (M. B., IV, 184). 

 

556 - L'albero della cuccagna. 

 

Nel paese di Montafia si celebrava una gran festa ed in mezzo  alla piazza, era piantato l'albero della cuccagna. Dopo vari tentativi  da parte di molti giovanotti di giungere in cima per pigliare il premio, si appressò anche Giovannino Bosco che, evitando l'affanno e  a furia degli altri, comincia a salire lentamente, sedendosi di quando  in quando sulle calcagna per riposare. Raggiunse così la cima: prese  alcuni doni, lasciando altri oggetti di minor importanza perchè si potesse continuare il gioco. (M. B., I, 235-236). 

 

FRASE BIBLICA. — Del Signore è la terra e quanto contiene. 

 

UNA MASSIMA DI DON BOSCO. — L’intemperanza è quella che mena miseramente a naufragio tante giovinezze. 

 

PREGHIERA DEL MESE. — Signor, la libertà tutta vi dono; Ecco le mie potenze, il voler mio; Tutto vi do, che tutto è vostro, o Dio, E nel vostro voler io mi abbandono. Per gradirvi ed amarvi, o mio Signore, Grazia datemi solo e vivo amore. Oh Dio! se voi mi amate, e se io vi amo. Già son ricco abbastanza e più non bramo. (Don Bosco, chiave del paradiso)

 

FIORETTO: — Ripeti oggi: Deus, in adiutorium meum intende (O Dio, vieni a salvarmi).

 

 

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