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UN ANNO CON IL SACRO CUORE

6° Agosto

LA TRASFIGURAZIONE 

 

Gesù prese Pietro, Giacomo e Giovanni, e salì sopra un monte per pregare. E mentre era in orazione, l'aria del suo volto divenne tutt'altra: e il suo vestito divenne bianco e risplendente. Ed ecco che due uomini parlavano con lui: questi erano Mosè ed Elia. I quali apparsi con gloria discorrevano della sua partenza, la quale egli stava per eseguire in Gerusalemme. E dalla nuvola uscì una voce, che disse: Questi è il mio Figliuolo diletto, ascoltatelo (S. Luca, IX, 28). 

 

1° Preludio. Gesù ci rivela la divinità, e Dio ci mette sotto la Sua guida. 

 

2° Preludio. Signore, insegnatemi a pregare, a conoscervi, ad amarvi ed a seguirvi. 

 

1° PUNTO: Impariamo a pregare. — Gesù fa pregare molto sovente i discepoli. Oggi prende in disparte i prediletti, Pietro, Giacomo e Giovanni per farli pregare più lungamente e più intimamente. Questi tre rappresentano particolarmente i pontefici, i religiosi, le anime chiamate alla perfezione. Per pregare Gesù cerca la solitudine, la montagna ove regna la pace, la calma, e dove si vede la grandezza dell'opera divina sotto il cielo stellato durante le belle notti d'Oriente. La trasfigurazione è una visione del cielo; è una grazia straordinaria per i tre apostoli. Non dobbiamo però attaccarci alle grazie straordinarie che sono magari il frutto della contemplazione. Pure Pietro vi aderisce. Egli sbaglia, vorrebbe restare là: «Facciamo tre tende», dice. Ma non sa quel che si dica, e la visione sparisce in una nube. Noi troviamo in questo fatto una lezione altissima. Abbandoniamoci alla preghiera abituale, alla contemplazione, senza desiderare però le grazie straordinarie, e se esse verranno non attacchiamoci a loro. 

 

2° PUNTO : I frutti della festa. Il primo frutto è l'aumento di fede. Gli apostoli ci assicurano che hanno veduto il Signore. «Non sono favole che vi raccontiamo, dice san Pietro (II Ep. I, 16), noi siamo stati testimoni della potenza e della gloria del Redentore, abbiamo udito la voce del cielo che, sulla montagna, esclamava fra gli splendori della trasfigurazione: "Ecco il mio figliuolo diletto, ascoltatelo„. San Paolo incoraggia le speranza ricordandoci la visione della gloria del Salvatore manifestata nella trasfigurazione e nell'ascensione: «Vedremo la sua gloria faccia a faccia, e saremo trasformati in una sua somiglianza» (II Ep. ai Corinti III, 18). — «Noi attendiamo il Salvatore, nostro Signore Gesù Cristo, il quale trasformerà il corpo terreno, e lo renderà simile al suo corpo glorioso» (Ep. ai Filip. III, 21). Ma questo mistero è soprattutto adatto ad accrescere il nostro amore per Gesù. Nostro Signore ci ha manifestato in quel giorno tutta la sua bellezza. Il viso era risplendentissimo come il sole; gli apostoli testimoni della trasfigurazione erano tutti inebriati d'amore e di gioia. «Come si sta bene qui» diceva san Pietro! «Facciamo qui tre tende». La bellezza del Cristo trasfigurata, contemplata dal pittore Raffaello, gli ha inspirato il capolavoro dell'arte cristiana. Nostro Signore s'intrattenne lassù con Mosè ed Elia per parlare della Passione; nuova lezione d'amore per noi. Il Cuor di Gesù, anche nella gloria, non pensa che a noi ed ai sacrifici che vuol fare per noi. Lezione anche di penitenza, di riparazione, di compassione per il Salvatore. Poichè egli ha dovuto tanto soffrire per riscattarci, piangiamo i nostri peccati, amiamo il Redentore, consoliamolo. 

 

3° PUNTO: Ascoltiamolo. — La voce del Padre celeste ci dice: Ascoltatelo: parola piena di senso come tutte le parole divine. Dio ci dà così il Figliuolo divino per guida, per capo, per maestro.. Ascoltatelo, egli ci parla nelle leggi sante del Vangelo e nei consigli evangelici. Ci parla nelle sante regole se siamo religiosi; nel regolamento di vita se siamo secolari. Ci parla per mezzo dei superiori, del direttore: essi hanno la missione di dirci la divina volontà. Ci parla anche con la grazia, nell'orazione, nell'unione abituale con lui. La parola di Dio non ci manca mai, è la docilità che manca abitualmente. Questa parola divina: «Ascoltatelo» attende da noi una risposta e non basta una risposta vana: «ascolterò», occorre una disposizione abituale: «ascolto, ascolto sempre; parlate. Signore, chè il vostro servo vi ascolta». Ascolterò al principio di ogni azione per sapere ciò che devo fare, e come devo fare. 

 

Risoluzione. — Si, Signore, conducetemi per mezzo della vostra parola sempre presente, per mezzo delle mie regole, dei miei superiori, della vostra grazia, delle vostre ispirazioni. Parlate, Signore... Che domanda da me in questo momento, il Cuor di Gesù? Che devo fare in questo momento per amarlo, consolarlo? 

 

FIORETTO: — Oggi non perdere tempo; lavora in modo da raccogliere per l'Eternità molti meriti.

 

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